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“ A PASSEGGIO NEL PARCO”

Nel tepido pomeriggio autunnale

passeggio tranquillo nel parco tra  arbusti colorati

profumi di cipressi di limoni , ippocastani e foglie dorate

che cullate dal vento si posano leggere a terra.

I miei passi ormai grevi calpestano le foglie rinsecchite

con uno scricchiolio sommesso.

Il ricordo dei bei tempi lontani dell’infanzia…

lo strusciare della porta, gli spifferi d’aria,

le fusa del gatto, mia madre che mi chiamava...

“sbrigati vieni a far colazione che fai tardi,

oggi hai compito in classe “…

Il crepitio del caminetto acceso, fiabe,

racconti di dame e cavalieri...

gli invitanti effluvi…

il vin brulé, le caldarroste,

i castagnacci,  la ciambella della nonna.

Spensierati momenti indimenticabili…

intensamente e felicemente vissuti.

Mauro FIUMI               ottobre 2023

Sotto la pioggia o con la neve

Ricordi di bambinello,
sempre felice anche se il tempo non era bello.
Nelle pozzanghere e nel fango io saltellavo,
e tutto contento m’inzaccheravo.
Se c’era una gran nevicata,
la mia gioia era assicurata.
Dopo cena sgattaiolavo furtivo
e con la neve giocavo giulivo;
sui cumuli bianchi con ardor mi lanciavo
finchè tutto fradicio e stanco rincasavo.
Oggidì piove poco, non nevica ….

è un vero peccato …. il clima è molto cambiato.
Sperando nella pioggia e che nevichi ancora,
non vedo l’ora di giocar come allora.
A tutti i volontari della Pro Loco ed agli amici
auguro tanti giorni fortunati e felici.
Saluto ora questa compagnia bella,
con un ….. Toc e dai la zirudella,

Fiumi Mauro 22 Gennaio 2023

L’ APE CAR

Della Pro Loco è la regina e con tre ruote viaggia in pianura e in collina.

Corrado e Gabriel son suoi conducenti,
girano tra la folla alla Fiera ed alla Mortadella,
evitando buche. tavoli e possibili incidenti.
Di cibarie, di sedie e tavoli riempono il cassone
e dalla stazioncina portan poi tutto sotto il tendone;
manifesti, cartelloni, segnali stradali son sopra caricati

e negli incroci son bene installati.
Per un anno andò solo in avanti.
così per la retromarcia la spingevano in tanti.
Era il nostro utilissimo mezzo di trasporto …
spesso ci portava i prodotti dell’orto.

Sedute sul cassone le donne hanno allegramente cantato
e per le vie in festa il buonumore ci han regalato.
A volte dell’ APE c’era la trasformazione ….
in “Bar Ambulante” a Villa Garagnani ci fu l’occasione.
Sempre pronta al nostro servizio e ….. dopo tant’anni,
in pensione è andata a riposar ….. senza sbuffi ed affanni.
Leviamo i calici alla cara di Zola APE Regina,
indispensabile dovunque, soprattutto in cucina.
Preziosissima sempre … e per noi anche bella,
chiudo così con nostalgico ricordo
la mia zirudella.

Fiumi Mauro Zola Predosa, gennaio 2023

La Sagra di Riale - Festa del Tortellino Fritto

La Sagra di San luigi da 59 anni si svolge a RIALE…

una frazione di Zola Predosa dove si vive in un clima sereno e cordiale.

Il primo Parroco fu Don Giuseppe Dotti a organizzarla,

poi Don Vittorio, Don Daniele ed infine Don Claudio con sagacia a prepararla..

Ogni settembre per dieci giorni alla sera viene effettuata,

sempre puntuale. con attenzione e ben curata;

neanche un anno, neppure l’anno scorso, la festa è mancata

anche se, causa la pandemia, qualcuno se l’è scordata;

green pass occorre per entrare

ma per fortuna che la mascherina togliamo per mangiare.

Da mesi le fedeli signore della parrocchia preparano

montagne di lasagne e tortellini,

per soddisfare grandi, piccoli ed i palati sopraffini.

La sagra s’apre con la messa sul campo ed una generale benedizione

sperando che tutto fili liscio e sia una kermesse di gran soddisfazione.

La scuola di danza Buratto , cantanti famosi come Giorgio Consolini, Gino Latilla

e la regina della canzone italiana Nilla Pizzi per anni son stati qui acclamati,

autorità e personaggi politici su questo palco son stati presentati.

Un fresco aperitivo e tortellini fritti gustiamo come antipasto

per accomodarci poi sotto al tendone per un prelibato pasto.

Dai primi di polenta in vai modi condita, ai tortellini in brodo, al ragù,

alla panna, tagliatelle, lasagne, polenta e tortelloni,

poi i secondi … rane fritte, polli alla piastra,

grigliata e baccala’, arrosti e friggione;

in alternativa ci sono tigelle e crescentine, oppure dolci e crepes sopraffine.

Ragazze ed ragazzi ti accompagnano al tavolo accoglienti,

e ti servono al tavolo con modi gentili e sorridenti.

Con la lotteria si vincono tanti prosciutti

ed in palestra c’è la pesca con regali per tutti.

Ad ogni commensale vien dato un biglietto

per vincere un vero gioiello nel suo cofanetto.

Cuoche e cuochi, tecnici, giovanissimi camerieri,

cassieri e baristi, alla Sagra … son i Volontari ….

A detta di tutti … cordiali, simpatici e bravi

per noi sono indispensabili e cari.

Un grande ringraziamento ed il nostro plauso vada a tutti i collaboratori,

come a Corrado, nostro comandante,

che instancabile lavora e dirige senza mai fermarsi un istante.

“ EVVIVA LA SAGRA DI RIALE “

di anno in anno sempre più piacevole, divertente e bella….

toc e dai la zirudella.

FIUMI MAURO Riale settembre 2021

La famiglia CHIOCCIOLA

Chioccio LINA è la mamma,  le piace far le torte con la panna;                                                  

Chioccio LINO è il papà, sta seduto sul sofà;                                                                             

ormai è in pensione… legge sempre con dedizione;                                                                               

Chioccio LEA e LIA , le gemelle, son studiose ed assai belle;                                                                    

Chioccio LEO e LIO  i fratellini, vispi, allegri e birichini;                                            

ed infin c’è Chioccio Letta, la più piccola e discoletta.                                                  

Ma in sto periodo di quarantena,  nessun balla o si scatena…                                                                                      

non escon mai e chiusi nella lor casetta,                                                                 

guardan la t.v, giocano insieme e fan tutto senza fretta;                                                              

Ora però, il virus sembra attenuato,                                                                      

così  posson scivolare su di un bel prato                                                                                                       

e brucar foglie verdi, profumate che il Buon Dio ha lor donate.                                                                             

Speriamo ora che dopo  sta disavventura,                                                                                   

ci sia la fine della clausura                                                                                        

e si possa festeggiare con gite e viaggi                                                                    

ai monti, laghi oppure al mare.                                                                               

Stretta la foglia, larga la via,                                                                                                  

or dite la vostra…. che ho detto la mia.

Mauro Fiumi                      Giugno 2020

ZIRUDELA  DAL  NADEL

Par Nadel ai témp indri,

as magnèva di turti,

gross anguell e di cappon  

e as b’véva dal  ven bon…

Mò adès? At al déggh mè:  

dop che j’en vgnò sti guèrèn què 

ch’is purtàn vi tànt quatrén 

con dal tas da birichén, 

l’é un miràquel se l’avanza

da rimpirs un po’ la pànza 

con dal fàtt ed murtadela,

toc e dai la zirudella.

Zirudella di un Anonimo bolognese dell’800

Fiumi Mauro Zola Predosa dicembre 2020

A FESTA DI SAN MARTINO                                                                                         

… a Casalecchio di Reno  2021.

Per San Martino: “Cadono le foglie e si beve il vino.                                                          

Fara’caldo con gli ultimi colpi di coda dell’estate, sarà….                         

“mo qué l’è fràdd”…e  piove in continuazione,                                                

penetra nelle nostre stanche ossa l’umidità                                                                   

e piove di continuo ed in quantità.                                                        

“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”…                                               

a Casalecchio “invezi , la dura un poch più ed dis dè”.                                    

S’inaugura la festa con la sfilata in costume d’epoca,                                                       

e  San Martino, soldato romano a cavallo                                                                       

taglia e dona ai poveri i pezzi del  suo mantello…..                                       

Il concerto di campane,  personaggi curiosi come….                                                    

il coniglio coi palloncini, il simpatico  Cappellaio Matto,                                          

con tuba, piume ed occhiali, oppure gli ambulanti con paglietta.                                                                                  

Recita un vecchio proverbio popolare:                                                                                 

“Per San Martino il grano va al mulino”….                                           

Alla Festa ci sono bancarelle di ogni genere, dagli alimentari ai gioielli

fatti a mano, hobbisti , associazioni, e dai venditori di olio, a quelli di

crescentine,  di castagnaccio con i  Volontari di Casalecchio e  della vicin

Pro Loco di Zola che arrostiscono quintali di caldarroste, belle, e dolci,

che, col vin  broulè, “it fàn dscurdèr” le tisane e puranco il the.…                                                                    

“Per San Martino ogni mosto si fa vino”.                                                                                         

Nel ristorante tante specialità…..                                                             

lasagne, tagliatelle, polenta e baccalà,                                                     

somarino, ragù, formaggi ed un pignoletto di gran qualità.                                                                  

Si anima la festa con le famiglie,                                                              

uomini, donne e bambini vanno a spasso,                                                                    

girando per Casalecchio con un lento e curioso passo.                                                       

“A San Martino si butta l’acqua e si beve il vino”.                                                       

Ma… “Un bèl dé cus’el suzès”? … un via e vai di ambulanze!                                        

Forse con le “Frusà e molto vin  novello                                                        

qualcuno, sarà andato giù di “spradello”..                                                            

Sapevate che nel passato il mare per i Bolognesi era                                               

il fiume Reno  e dove ci si poteva anche bagnare?                                                                 

A Bologna, dal cinema Medica, si prendeva il tram che                                  

costeggiando il Reno  ti portava  a Casalecchio.                                                                                                                                               

Ma, ora preparatevi per l’arrivo del freddo e gelo, che…                                                   

“Da San Martino l’inverno è in cammino”.                                                                  

Concludendo ……                                                                                                       

La Festa a Casalecchio è stata  un  successone …                                                                   

ed ancor più allegra e divertente sarà la prossima edizione.                                                                       

Così finisco, con mascherina e distanziamento,                                                

sperando che sia stata di vostro gradimento,                                                  

l’autunnale Festa di San Martino “bella”,                                                                    

Toc  e  dai  la  zirudella

“ BON  NADEL A  TOTT  QUANT “                                                             

Mauro Fiumi                               Novembre 2021

La mascherina

Un piccolo pezzo di stoffa dal nome gentile,                                            

che in un momento nel mondo intero                                                                               

ha cambiato lo stile di vita e perfino il pensiero.                                                  

Sei bianca, celeste, verde, nera oppur tricolore,                                                          

ma anche spiritosa, divertente, elegante di vario colore.                                                                      

Tu non fai differenza tra i ricchi e i poveri, tra belli e brutti,                                            

oramai sei lì sulla bocca di tutti;                                                                 

però è un peccato che questo piccolo drappo                                        

appoggiato sul viso abbia pur cancellato qualche dolce sorriso;                                                                 

chissà se qualche personaggio abituato solo a comandare,     

pretendendo sempre di farsi ascoltare,                                                                  

non si sarà sentito un poco meschino                                                                    

nel chiedere protezione ad un piccolo fazzolettino;                                      

ma questo ti potrà insegnare                                                                        

che nella vita non si può sempre pretendere                                                        

ma bisogna anche accettare;                                                                                     

coi tempi attuali sulla mascherina si potrà anche fare                                       

un po’ di pubblicità, si scriverà il codice fiscale,                                                        

il numero del cellulare, magari il segno zodiacale;                                                            

però anche se un giorno ti dovremo salutare,                                            

quando ti metteremo nel cassetto … cara mascherina                                               

se non potremo ricordarti con nostalgia …                                                               

ti diremo certamente un bel grazie … con tanta simpatia.

FIUMI  Mauro                                     1° ottobre 2020                                                                                                                 (Da un anonimo su  Facebook)

IL MURETTO AL VENTO

Un’infanzia dispersa nel tempo, ricordi di momenti felici, spensierati, che riaffiorano e si sciolgono come bruma al sole sui declivi ambrati degli ubertosi colli “zolesi.

Tanti anni fa, abitavo nella periferia di Bologna; dalla mia cameretta addossata alla parete esterna di una vecchia chiesa,vedevo un’edicola che quasi riuscivo a toccare; mi piaceva pensare che vi fosse incastonata, non un Santo qualsiasi, ma la Madonna, bella e sorridente, ornata di fiori su di una candida nuvola; provavo a bussare alla Sua parete col manico della scopa, desideroso di parlare con Lei e chiedere qualche grazia, ma non ricevevo risposta; nella fervida immaginazione di bambino credevo rispondesse alle mie confuse preghiere... sentivo un brusio quasi costante, come di voce melodiosa, di rumore forte, a volte sommesso, dovuto certamente alle preghiere e litanie dei fedeli durante le funzioni religiose.

Davanti casa una fontanella di ferro da cui si poteva attingere l’acqua per il fabbisogno; ne bevevo grandi sorsi dopo lunghe corse nella calde giornate estive e molte volte mi recavo a lavare l’insalata con un “burazzo” pulito che, stretto, mi serviva da aspersorio.

I giardini delle case vicine erano regni inesplorati di terre lontane, una piccola rosa divelta furtiva da una cancellata, segno di audacia e destrezza; il gelataio che passava tutti i giorni col suo variopinto carrettino, “ un gelato da 5 lire chiedevo” e sorridendo lo preparava già, conoscendo i miei gusti, “sempre da dieci?” rispondeva , sapendo che da lì a poco sarei tornato a prenderne un altro, sempre da cinque, così ne mangiavo di più… pensavo io.

Il grande cortile della chiesa era il nostro oratorio e vi si accedeva da un portichetto sormontato da un arco in pietra; la prova di forza e coraggio per noi bimbi consisteva nell’arrampicarsi ad un glicine contro la parete, aggrapparsi all’asta di ferro che univa la volta e poi dondolando raggiungere l’estremità e lasciarsi cadere a terra.

Quante sbucciature a ginocchia o gomiti, ma, magro ed elastico come un gatto non mi facevo male e correvo a giocare al pallone o coi coperchini delle bottigliette e palline di vetro sulla difficile pista di cemento irta d’ostacoli e saliscendi.

I miei giochi si svolgevano spensieratamente tra casa, chiesa ed oratorio e durante i rosari pomeridiani oscillavo il “turibolo” spandendo l’intenso profumo d’incenso, privilegio che ci contendevamo noi chierichetti con spintoni e corse sino in sacrestia.

Se c’era un funerale, il parroco chiedeva di accompagnarlo alla casa del defunto per la benedizione della salma, eravamo felici perché ne seguiva sempre qualche moneta o regalino.

Esploravo il territorio sino al canale che delimitava il confine del quartiere, da cui iniziava una terra misteriosa, mai oltrepassandolo, perché pareva insormontabile, ai più grandi bastava un balzo per raggiungere la riva opposta.

I miei genitori lavoravano sino a notte inoltrata in un bar distante da casa e d’inverno, aspettavo trepidante alla finestra lo sfarfallio luminoso dal cielo; abbondanti nevicate formavano grossi cumuli che venivano spalati ai lati della strada e delle abitazioni e sfuggendo all’attenzione della nonna mi avventuravo nella tenue luce dei lampioni su bianche distese innevate o montagne di ghiaccio

Qualche domenica andavo coi miei a Casalecchio di Reno a trovare i miei cari zii ed i cugini più grandi di me e con loro ci divertivamo a fare il bagno nel fiume ed a prendere tra i sassi qualche pesciolino; quando i miei, non potendomi accompagnare, mi lasciavano andare da solo, dicevo a tutti che andavo al “mare” dove non ero mai stato. -2-

Senz’altro, però, il giorno più bello, era quello del pranzo fuori città e mio padre che aveva fatto il rappresentante di salumi conosceva parecchie trattorie; preferiva fermarsi a Zola Predosa, allora quasi tutta campagna e in una trattoria con mia madre o qualche parente incontrava vecchi amici o acquistava in zona fiaschi di vino e una gallina.

Mi è ancora vivo il ricordo quando mio padre lanciava a tutto gas la sua Fiat Belvedere nel rettilineo che da Riale porta a Zola Predosa.

Tortellini, lasagne, tagliatelle e crescentine e salumi, i piatti più apprezzati; l’interminabile rito del cibo esorcizzava lo spettro della fame patita durante la guerra.

Mi annoiavo molto e dopo due forchettate , correvo dagli amici ….. dalla mia ciurma o banda del muretto.

Tra “Riullo e Zolla, come scherzosamente chiamavamo Riale di Zola Predosa, correva, come tutt’ora, uno stretto, robusto muretto non alto che si allunga parallelo alla via Bazzanese, accanto ad un ampio fosso e campi coltivati.

Notavo sempre un gruppo di ragazzi che schiamazzava correndo in fila su di un lunghissimo muretto e sventolava stracci o fazzoletti colorati.

Avvicinandomi chiesi di poter giocare anch’io ed il più alto, Tommaso, con una benda nera in testa e sguardo torvo, atteggiandosi a gran condottiero, mi rispose che se volevo far parte della banda dovevo pagare il “guiderdone”, oppure sottopormi alla prova che consisteva nel salire sul muretto e stando in equilibrio, correre tra le due estremità, senza cadere.

Non capivo cosa fosse sto“guiderdone” e comunque, non avendo “il becco d’un quattrino” non potevo pagare nulla, per me comunque l’iniziazione fu facile e col supporto di qualche caramella, “caduta” dal bar dei miei, riuscii a conquistare presto le loro simpatie ed inserirmi nel gruppo, divenendone poco tempo dopo il capo.

Oltre a Tommaso c’erano Marco, Alessandro, Giorgio, Otello, Piero, Pina, Maria, Paola Sonia, componenti della banda ed a volte si trasformavano in marinai, pirati di un grosso veliero o cavalieri e guardiani di un inespugnabile castello.

L’ultimo arrivato, Fabio, piccolo e biondo, aveva il ruolo di vedetta; con vista lincea avvistava “i nemici” e ci avvertiva dell’imminente pericolo o dell’arrivo di qualche sporadica macchina con un fazzoletto colorato e fischi concordati ….. “attenzione siluri in vista.” gridava.

Marco e Tommaso, più grandi e robusti, se lo caricavamo sulle spalle ed lo issavamo su qualche albero come al pennone di una potente cannoniera o sulla torre del castello.

Ci nascondevamo nel fosso contro il muretto in compagnia di lucertole e ranocchi, spettatori spaventati e vittime innocenti dei nostri giuochi.

Le continue angherie di Tommaso divennero insopportabili ed un giorno tutti d’accordo decidemmo di fargli lo “sgambetto” facendolo ruzzolare nel fosso.

Lui, “il grande condottiero” , con piccole escoriazioni e qualche graffio, dovuti alle erbacce e rovi , piagnucolando, sporco di fango, corse a lamentarsi da mio padre.

Ormai tutti conoscevano Tommaso per la sua nomea di bulletto, e quando mi presentai, mio padre, rise sotto i baffetti e facendomi una “paternale” ramanzina più che altro per compiacere le persone presenti, mi preannunciò un’esemplare punizione che mai eseguì.

Tommaso, quello “scherzetto” se se l’era proprio meritato. Stette lontano da noi, dietro una siepe credendo di non essere visto, poi pian piano si riavvicinò; lo riammettemmo nella banda, non senza prima di avergli fatto fare giuramento solenne di fedeltà e -3- sottomissione; ormai aveva perso prestigio ed autorità e per non trovarsi emarginato accettò suo malgrado un ruolo subalterno.

Marco ed Alessandro, forti e sempre leali, passarono a “aiutanti di campo, miei vice” e se qualche domenica non arrivavo, assumevano temporaneamente il comando alternandosi nel mio ruolo di capitano per difendere il nostro“possente maniero o il veloce veliero”.

Otello e Giorgio avevano il compito di trovare le “armi” che consistevano in bastoni, rami palline, fango e terra, barattoli vuoti e molte altre “munizioni”, come rusticani, ciliegie o scarti di verdure.

Col tempo ideammo nuove strategie di battaglia e raffinammo le “armi” che divennero, archi, spade di legno, dalle punte arrotondate, scudi fatti con grossi coperchi di pentole sgangherate, fionde e cerbottane da cui partivano dardi di carta o piccole frecce, sacchetti ripieni di terra e sabbia, oltre alla verdure o frutta marcia.

S’avvicinava il giorno della battaglia.

C’era gran rivalità tra la nostra banda …. venivano dalla vicina frazione “dei Gessi” … e noi li chiamavamo “Cessi”, muniti di sacchetti di polvere e scarti di gesso e col viso impiastrato di bianco per incuterci terrore e assalire le nostre postazioni..

L’appuntamento fu per la domenica pomeriggio di un assolato giorno estivo e mio padre ignaro, mi portò la mattina a Zola perché “dovevo andare” con un mio amico ad una festa in parrocchia.

Accordati in precedenza, ci ritrovammo tutti sotto il ponte del Lavino dove avevamo nascosto il materiale che poteva servirci dentro a sacchi per patate.

Pina, Paola e Maria e Sonia portarono coperchi e pentole, Otello, Piero e Giorgio, spade e pugnali di legno fatti da un amico falegname, oltre a bastoni ed archi; Marco, Tommaso ed Alessandro le cerbottane ed i dardi di carta, io portai pistole ad acqua e sacchettini che riempimmo con la sabbia del torrente.

Fabio, benvoluto dai contadini della zona dove aiutava con qualche lavoretto, riuscì a farsi regalare delle uova che per incanto si moltiplicarono, si diceva in giro: “c’è una faina che ruba le uova”. Subito dopo la messa andammo al muretto a nascondere i sacchi sotto a rami e foglie e preparare la trappola “ai nemici”; all’ombra di una grossa quercia stabilimmo la strategia di battaglia e divorammo velocemente un panino.

Fabio nei pressi del cimitero da dove poteva scorgere l’arrivo del “nemico” ci avrebbe segnalato il pericolo imminente con tre fischi e sventolando un fazzoletto rosso.

Tommaso e Marco nell’altro lato della strada pronti a sfondare le loro linee; io assieme a Giorgio, Otello e Piero dietro il muretto, mimetizzati tra arbusti, erba e rami spezzati … appoggiati ai ferri che servivano per scendere e salire meglio; aspettavamo trepidanti il momento buono per l’attacco e sorprendere gli avversari con una sortita improvvisa.

Paola, Maria, Sonia e Pina, munite delle rudimentali spade di legno e degli “scudi di latta”, dovevano far da esca con un finto duello sul “bastioni del castello” esaltando ad alta voce le gesta e l’arrivo dei “cavalieri” di ritorno dalle Crociate.

Ognuno aveva una bisaccia a tracolla con le “armi e “munizioni che preferiva”, chi con arco e frecce, chi con pugnale o spada, chi con cerbottana, chi con pistola finta o palle di fango; tutti ben equipaggiati con uova, pezzi di cocomero, rusticani o verdure di scarto e tappi di sughero che fiondavamo sugli assalitori e con fazzoletti, uno rosso per il pericolo, uno verde per via libera o la vittoria, e quello bianco per le trattative o la resa oltre agli immancabili occhiali che ci proteggevamo sia dal sole che dalla farina o gesso che ci tiravano addosso.

La tensione era alle stelle perché dopo tante scaramucce sapevamo che lo scontro avrebbe determinato la supremazia del territorio.

A metà del pomeriggio arrivò trafelato di gran carriera Fabio sventolando il fazzoletto rosso, che preso dall’agitazione, non riuscì a fischiare, si posizionò quindi sull’alto di un albero per segnalare i loro movimenti.

Gli “odiosi nemici” arrivarono baldanzosi, urlando un inno di guerra incomprensibile, forse per nascondere la paura, col solito carretto pieno di gesso ed altri scarti, sicuri di conquistare il castello indisturbati; derisero le abili duellanti e vedendole sole, fecero il fatale errore di lasciare incustodito il carretto, credendo di assalirci facilmente e catturare le “donzelle”.

Regole da tutti accettate erano di non oltrepassare il muretto, di non invadere la strada con la nostra mercanzia e di non tirare oggetti taglienti e pericolosi …. oramai eravamo già stati segnalati da qualche “spione”; purtroppo a volte, per la foga dello scontro o l’arrivo minaccioso di un adulto non riuscivamo a pulire “il campo di battaglia” e ce la “filavamo” velocemente con i nostri “misfatti” che finivano quasi sempre inevitabilmente nel fosso.

Le abili spadaccine impegnarono un duello con gli assalitori colpendoli alla testa mentre cercavano di salire sul il muretto , si opposero bene, consentendo a noi d’entrare in azione.

Lanciai l’urlo di guerra “daj adoss” , “dagli addosso” ; e questo fu il segnale.

Tommaso e Marco rovesciarono il carretto; subito Piero, Alessandro, Giorgio , Otello e Fabio lanciarono tutto quanto in possesso, sbucando furiosi dai nascondigli, colpimmo ripetutamente i “ nemici” alle gambe ed ai piedi; Marco e Tommaso si unirono alla battaglia, attaccando come arieti e menando fendenti a destra e manca; le ragazze intanto impedivano ai “caduti nel fosso” di risalire sul muretto per combattere.

Sorpresi dalla nostra veemenza e rapidità si arresero facilmente, senza quasi colpo ferire; e, nostri prigionieri alzarono afflitti le braccia al cielo; un piccolo gruppetto con in testa il loro comandante riuscì a fuggire.

Fu la totale loro capitolazione e resa incondizionata, una schiacciante vittoria. Costringemmo i perdenti a guardare col capo chino i nostri festeggiamenti e le nostre corse sul muretto, coi vessilli al vento e le spade sguainate; sicuri di poter affrontare ogni ulteriore ostacolo e pericolo.

Li scortammo quindi al loro rifugio “della cava” dei “Gessaroli”, beffeggiandoli e percotendo “gli scudi e le pentole” con i legni; e…. riconoscendo “onore ai vinti” restituimmo i loro stendardi ed il carretto. Fu un successo clamoroso, indimenticabile, la loro totale, definitiva capitolazione , resa incondizionata , una schiacciante vittoria che vantammo a lungo.

Distrutti nel morale, non si ripresero più, sciolsero la banda e il loro capo non si fece più vedere; parecchi di loro si unirono a noi, che impietositi, li accettammo inserendoli nella nostra compagnia, dopo però un periodo di osservazione e di prove.

Della banda dei “cessi” non si seppe più nulla.

Qualche giorno dopo, al mercato la gente chiedeva cos’era successo sulla strada per “Riullo” … un gran sporco, gesso a mucchi, uova rotte , farina, pezzi di verdura, terra,frutta., tappi.

Poi tutto, pian pianino, tornò al solito chiacchiericcio di paese.

Sembrava che un camion avesse perso parte del carico; c’era pure chi parlava di una strage di uova e galline e col viaggiar della notizia di bocca in bocca, un buontempone si divertì a scrivere su di un cartone attaccato al muretto , con una grafia incerta ed infantile: “Onore agli eroici caduti del muretto”.

Falsa epigrafe che ci offendeva e sembrava sminuire il valore della nostra grande impresa; così decidemmo di distruggere il cartello prima che ce lo portassero via.

Nessuno ha saputo mai quel che è successo realmente … solo i veri combattenti del muretto conservano ancor’oggi come un tesoro prezioso, questo spensierato, allegro e lontano ricordo.

La vita ci ha poi separati, chi è diventato imprenditore, chi industriale, chi ha aperto un ristorante, chi fa la cuoca , chi l’insegnante, un bravo artigiano, commerciante, chi ha saputo abilmente convertire il lavoro della terra in una splendida e moderna realtà vinicola e chi dopo una vita sbandata si è incamminato verso una vita spirituale.

Ed anche se a volte girando da quelle parti credete di riconoscere il viso di un vecchio amico che correva “sul muretto al sole e lo stendardo al vento”, non siate frettolosi , osservate quel muretto scalcinato ed un fosso incolto; troverete una persona anziana, ma di spirito ancor giovane, che seduta su di una panchina guarda assorto e parla ai passanti di cose arcane; guardate la luce che brilla nei suoi occhi, salutatelo con rispetto e scambiate quattro chiacchiere con lui.

Vi racconterà certamente de “ l’antica storia del “Muretto al vento”, dei suoi eroi e di un epica battaglia astutamente combattuta e vinta”.

FIUMI Mauro Tra Riale e Zola Predosa febbraio 2020

 

Agosto

Di gran calura è l’agosto….. mese assai tosto.

Ormai è arrivato, col caldo afoso e molto soleggiato.

La mattina presto, facciam una passeggiata,

oppure la spesa e sorbirci del supermercato l’aria ghiacciata.

Cerchiam l’ombra o la frescura e ci proteggiam dal caldo con gran premura.

Ci avvertono e consigliano le autorità….

“Non sprecate acqua, non lavate auto, non innaffiate le piante di giorno”….

Non vorremmo che si dovesse chiudere i rubinetti…per necessità.

“Chiare, fresche et dolci acque” scriveva il poeta,

ma ora invece, calde. scarse e scure… per gran siccità.

Con verdura di stagione, frutta e qualche gelato,

così il nostro corpo vien ristorato,

e se non conta…. bagni freschi e doccia… ,

ma speriam sempre in qualche goccia,

meglio se pioggia forte o qualche temporale

così si starebbe meglio o almeno meno male.

In cantina c’è bel ristoro e passo ore accanto a botte e tino

a sorseggiar lambrusco e vermentino,

per finire col pignoletto…. sinchè mi vien sonno e vado a letto.

Vi fo’ alfine “saluti freschi” con questa zirudella…

che mi auguro Vi sia… piacevole e bella.

Mauro FIUMI 1° Agosto 2021

“IL BIONICO PRESIDENTE della Pro Loco di Zola Predosa”

L’infaticabile giovin Gabriel Gaibari,
Presidente della Pro Loco zolese e dei volontari,
da piccin voleva far il banchiere, ora fa’ il perito tecnico ferroviere.
Lui di cose ne aggiusta tante, dalle centraline alla cucina del ristorante,
dell’ape ed i suoi freni, ed ancor meglio i semafori dei treni.
In questi giorni il nostro capo è solerte guida ed anfitrione,
speriam che di tendoni, pali, banchetti e segnali stradali
non ne faccia un minestrone.
Col suo orecchio bionico….. sempre attento e tonico,
paziente ascolta richieste, a volte sgangherate osservazioni
e con prontezza risolve intricate o difficili situazioni.
Affidiamoci alla sua eclettica competenza,
anche se di Rina, Corrado, Luciano, Gianni, Franca, Papi, Ester,
Michela, Germano, Silvia, Gino, Carla, Mauro, Francesca
ed altri ancora non ne possiamo fare senza.
Col meteo errato, c’è stato vento, sole, pure gran bagnato;
ed il paese in festa e noi in allegria, sicuri che la Fira d’Zola
sarà sempre più interessante, divertente e bella….
toc e dai la zirudella

FIUMI Mauro - Fiera di Zola Predosa 13-14-15 luglio 2018

   

Un weekend tra Marche e Umbria

Sabato 13 aprile siam giunti alle 9, dopo un breve viaggio,
a Recanati che di Giacomo Leopardi,  fu il  “Natio Borgo Selvaggio”.
Il Poeta”Triste”, per viuzze e piazzette ci ha accompagnato,
sino al “Colle dell’Infinito” , che con  sublimi versi ha immortalato.
Declama le sue poesie, da noi “ragazzi” studiate a memoria:
“La donzelletta vien dalla campagna….  Silvia rimembri ancora….
D’in su la vetta della torre antica…  Passata è la tempesta…” 
e alla storia affida, il tramandar sapiente di sua imperitura fama e gloria.
In centro ad Ascoli dopo aver pranzato
per grandi e belle piazze a lungo abbiam camminato. 
La sera, a Roccaporena, un po’ stanchi e nell’albergo sistemati, 
dopo cena ci siam divertiti e scatenati. 
Sotto la direzione del Maestro Gianni ,  
un gruppo di giovin gitanti, in coro s’è improvvisato cantanti;
poi  il Trio delle Proloccone ha esibito due atti, con l’ingaggio
di Mauro, un volontario, che a salir sul palco ha avuto coraggio.
Tre Euro-Diavolesse: “ la Teutonica Franca; Francesca la francese
e Miriam la nostrana” hanno accolto all’inferno il dannato
che per molteplici, ma“per lui fievoli” reati è stato condannato
a legnate in testa, frustate, e tanta, tanta merda in faccia…
e la pena sarà così per sempre… una dolorosa e puzzolente vitaccia.
Nella seconda scena… “il convegno delle streghe” vien presentato,
con “la maga di Benevento, la maga Amalia e maga Maghella”
che, pozioni, intrugli e filtri d’amore ai presenti hanno illustrato.
Il dì delle Palme a Cascia siam saliti alla Basilica di Rita, la Santa;
dove a comprar ricordini, venerar l’urna ed a pregar,  
di gente ce n’era tanta. 
A mezzogiorno il pullman, a Campi ci ha portato,
e l’amico Roberto, presidente della Pro Loco locale,
un buon pranzetto ci ha preparato.
Mesto è stato il giro tra case diroccate e rovine del terremoto,
e noi, come piccolo contributo,
di pecorino, lenticchie e salumi, parecchio ne abbiam comprato. 
Il  nostro Presidente Gabriel  ci ha preceduto a Norcia,  
sotto grandine, acqua e con la strada imbiancata, 
e, nell’azienda artigianale, abbiamo fatto acquisti,
uova e stecche di squisita cioccolata.
Nel ritorno a Zola, delle ciofeche abbiam fatto la lotteria, 
e con canti, barzellette e storielle siam stati in allegria.   
Grazie a Miriam, Corrado e Gabriel
organizzatori di  questa gita, toccante e bella, 
toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi                                  13/14  Aprile 2019

 

“Un giorno nelle Marche“

Alle sei, in piazza a Zola, ci aspettava Miriam col pullmino,
per portarci in gita a Fabriano e Urbino. 
Avanti a noi, scorreva veloce la striscia d’asfalto, 
mentre il sole lento, s’alzava alto,                       
e mentre Mauro leggeva la zirudella dell’Alba al mare,
il paesaggio marchigiano potevam ammirare. 
Una breve idraulica sosta e per bere un caffettino, 
ci siam presto rimessi in cammino.
Per divertimento abbiam fatto una bizzarra lotteria
delle ciofeche e qualche altra cineseria; 
l’inutil premio era cosa così cara, 
che molti sorteggiati la rimettevano in gara,
così a tal guisa,  lo staff della direzione
ha deciso di chiudere in anticipo l’estrazione.
C’è un piccolo museo, arrivati a Fabriano,
molto interessante da sembrare fors’anche un po’ strano,
degli antichi mestieri in bicicletta, da visitar tranquilli e senza troppa fretta.
Dalla bici dell’arrotino al mosquito del norcino,
dalla bici del castagnaro a quella del cocciaro,
da quella del pompiere a quella del barbiere,  
dalla bicicletta del calzolaio al carretto del gelataio,
da quella del pittore a quella del dottore,  
poi la bici del panettiere, dello scrivano, del prete, del veterinario,
dello spazzacamino, del bersagliere, del pescivendolo, del carbonaio;
e tantissime altre biciclette, anche in carrettino trasformate,
per la mercanzia e per gli atrezzi adattate,
da uomini temprati, semplici ed ingegnosi
che le usavan pei più svariati, umili mestieri,
portando così la loro arte e maestria per vicoli o impervi sentieri. 
Tutti avevan seco l’ombrello, sia che piovesse o il cielo fosse bello;
s’annunciavan a gran voce suonando l’allegra trombetta,   
e la gente accorreva smaniosa per comprare o riparare qualche cosetta.
Chi il museo della carta, chi la piazza del comune
oppur il porticato di S.Framcesco ha visitato,
per sederci poi tutti alla Marchegiana, dove le Pincinelle abbiam gustato.
Nel pomeriggio, pel ducato di Urbino, la guida ci ha fatto far un bel girettino, 
su e giù per salite e discese, mure e viuzze, chiese, antichi palazzi,
ed accompagnati da un gelido venticello,
abbiam pur visto, da fuori, l’illustre casa natale  del  pittore Raffaello. 
Nel ritorno abbiam premiato Cristiano, come il nostro miglior autista,
consegnandogli un’oscar, anche se del cinema non è un artista.
Felici infin in compagnia, tra un sonnellino, chiacchere e facezie  
s’è conclusa un’altra giornata, piacevole, interessante e bella…. 
toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi                                     19 aprile 2015

 

          

"PASQUA. Auguri culinari"

Iniziam con gli antipasti… auguri quanto basti.

Con la torta pasqualina?.... ve la mando anche in Cina.

Auguri belli?... due piatti di tortelli.

Veloci?... risotto al gorgonzola e noci.

Sereni?... trinchiam, ma attenti ai freni.

Abbondanti?... con la verde misticanza eviterem il mal di panza.

Auguri felici?... salmone, patate ed alici.

Con effetto?... in tavola c’è il capretto.

Affettuosi?... per spiedini assai sfiziosi.

Garbati?... assaggerem anche i gelati.

Profumati… con i cibi testè gustati.

“Conditi? con olio Tistarelli?…. avrem senz’altro giorni belli.”

Or li fo’ con gran rispetto  per brindar col pignoletto;

poi com’è di tradizione, chiocco l’uovo sul testone.

Infin,  quelli giulivi…. ormai siam ai digestivi.

AUGURI cari…  agli amici, parenti ed a tutti i volontari,

ed in grande quantità, pace, salute e felicità.

Buona Pasqua e Pasquetta bella….

toc e dai la zirudella

Fiumi  Mauro                        Pasqua  2019

           

AL NON E L’ANVUDEINA BIRICHEINA"

L’etar dè l’è vgnò la mi anvudeina e l’am dis:“ciao nonnino”….  mi chiama nonnino proprio lei che la né gnanc la mi metè! Dimmi Maria… “ma nonnino lo sai che mi chiamo Mari Sol”.... va bain listass…. Maria o Mari Sol al n’è brisa prezis?“Sì nonnino”…. oh quand la taca acsè vol dir c’là bisàgn ed quel… ed solit quatrein! Sai che mi sono fidanzata con con Maicol?”…. Ma cus’ela sta manì ed dèr  di nòm stranir ai fiù?.... Maicol? An l’è mei Michele?? A l’anvoud d’un mi amig han dato il nome Leon…. a voi vadàr  fra un soquant ann se sarà un “leone” o una pecorella smarrita!... ai manca soul  che li chiamino “uno, due, tre” ( a otto o dieci ci si arrivava solo ai miei tempi), oh mi pèdar i èran in òng fiù! I psevan fèr una suqadra di calcio!      

Vai avanti, Ti ascolto….  “Maicol è un bravo ragazzo, ha la testa sulle spalle”,  a vrev vadàr… ed sòlit l’è invàtta al spall !!" Dai nonnino, non scherzare”…. Allora sputa il rospo, an pòs megga stèr què tott al dè!  Devo andare a giocare a briscola col mi amig Jusfein!...  “dicevo, stavamo andando in giro in moto e abbiamo preso una buca e così patatrac, siamo ruzzolati per terra”…. Vi siete fatti male?  “No! ma la moto è ridotta male!” meglio la moto che voi, non credi?... “sì, però ci vogliono parecchi quattrini per aggiustarla!  Il maubrio s’è storto, la pedaliera rotta, il tubo di scappamento”… azzidànt a cl’la busa!!,  mo, a quanto andavate?..  “ piano, pianino”  Sé,  ai 90 o 100 e di notte in giro per camporella;  a’jò capè!  Debbo mettere mano al portafoglio… “ nonnino sei un tesoro!”.  Sé, ti come to mèdar, una bela rufièna… ma ti tante careina e bòna che at voj un bàn dal  anma… senti, facciamo una cosa, fai portare la moto dal mi amig Zisarèin, cl’è un brev mecanic e poi ci penserò io a mettermi d’accordo, può darsi che riesca a cavarmela  con un grosso sconto, o addirittura gratis! Al farò venzàr  al bigliardo che è una schiappa… ma in fatto di moto è formidabile, lo volevano alla Ducati… in officina ha ancora appeso un quadretto con la proposta di assunzione … oh! capessum bàn, l’è come dir la Ferrari!   Comunque te, cara Maria Sole, caso mai mi dovrai rimborsare a rate dalla tua paghetta, et capé?…. un poc tott i mis.  Ma tanto lo so bene come andrà a finire… un abbraccio, un bacino ed io mi sciolgo! et finè?  “Nonno, mi puoi dare un consiglio?”…  Oh, questa l’è béla! Adesso che ha ottenuto quello che voleva, l’am dis nonno e non nonnino”… ma va bàin listass! 

“Maicol è educato,  gentile” … a vrèv anc vadàr… “studia,  fa il secondo anno di astronomia” …  Bella facoltà la gastronomia,  mi piace molto!  “ma no!  ho detto astronomia!”.  Debbo essere un po’ sordo…. Ah! È per questo che ha la testa fra le nuvole, spezialmant  quand andè a fèr l’amour… di bàin piotòst,  c’al guerda la strè quand al guida la moto!  Ai miei tempi mè avèva soul la biziclàtta, e mi pèdar un muturein tott scassè!... altrimenti c’era il cavallo di San Francesco!...   “Ma nonno non me l’avevi mai detto che avevate un cavallo!”…  Sè, al caval ed San Franzasc, c’al vol dir, se non hai i mezzi vai a piedi, pedibus calcantibus, al dsèva mi nòn che si vantava di parlare latino perché per tanti anni aveva fatto il chierichetto à la cisa d’la Bèvrèra!   

Comunque se Michele, oh mi piace chiamarlo così, vuole imparare un mestiere e prendere qualche quattrino prima di laurearsi, sempre che ci riesca, forse a quarant’anni… oh,  dopo un lustro è ancora al secondo anno! … se continua così  non avrò il piacere di venire alla festa di Laura… ah sé! as dis laurea?... che vada pure a mio nome dal mi amig  mecanic….  Vedrai che lo metterà subito a smanettare.   “Nonno, ascoltami, è una cosa personale, ma non dirlo alla mamma che si arrabbia… di te mi fido”,    dim pur fangeina, se sono in grado!  “Tu che hai esperienza (la vòl  po dir, tu che sei vecchio)… Maicol ha un difetto…. Si scaccola il naso”… Dabòn?,  “sì sì”…  No problem, come dite voi giovani… che si metta dei guanti o al massimo se sta mangiando la butti nella minestra!.... tant qual c’n’amàza l’ingràsa!, tua nonna ultimamente nel brodo ci mette la gallina tutta intera con frattaglie e tutto il resto,  e al né mai mort incìon!!   Adess et finè?...  “No nonnino, ma mi raccomando, acqua in bocca”…  Mo vùt dscorrer sé o no??...  “volevo dire, quando io e Maicol  facciamo l’amore”,  perché ce ne sono altri?   “No assolutamente”,  Bene!   “ci piace farlo come selvaggi, con grida e urla e Maicol  si lancia come Tarzan nella giungla… ma delle volte ho paura!....  Mo cussa vut c’al sèppa! Anche io e tua nonna lo facevamo…. ma senza urla e strepiti, qualche gemito, sospiro, altrimenti svegliavamo tutta la casa! Poi io mi tuffavo da uno sgabello e tua nonna mi aspettava trepidante, ma un bèl dè abbiamo dovuto smettere….  “ Ma perché?” ….  Una sera alle otto, eravamo già a letto, sai si risparmiava la luce elettrica, e poi non c’era la televisione… sarà come non sarà… tua nonna si è un poco spostata o forse avevo bevuto qualche cicchetto di troppo, così non ho preso bene la mira e mi sono spataccato pesantemente sul bandone di ferro del letto e son caduto giù.                                                                  

Sai allora i letti erano molto alti, brisa come qui d’al dè d’incù che toccano quasi per terra!   Bàin, a j’ho quizè al gat e mi sono procurato escoriazioni, nizzi, una gran botta al ginocchio, am fa ancoura mèl,  e lussazione al gomito! Pensa che gli amici mi dicevano “ it vulè zò dal balcòn l’la Rosina? che si concede anche al  mattino?  e che stava al secondo piano, ma per fortuna sotto c’era il giardino.    “Ah, mo guarda un po’, allora nonno anche tu eri un bel birichino!”  Ma no, chera anvudèina!  solo per sentito dire!! Comunque ricordati sempre di seguire i saggi consigli del nonno che forse ha ancora del sale e pepe in zucca!!  

At vòi tant bàin, cara nipotina bella…..   e come diceva il grande cantastorie Piazza Marino, poeta contadino… toc e dai la zirudella.

Fiumi  Mauro, Aprile  2018

“Gianni  Poliedrico Artista”

Gianni della Pro loco di Zola è un volontario,

lo fa’ con passione e non è mai sedentario. 

Con in testa il “toque blanche: un variopinto cappellone”,

da navigato chef ci prepara, del pilota il vialone.

Nei pranzi e cene eccelle nei risotti,

e dopo si esibisce con musiche, canti e acuti alla Pavarotti. 

Mari e monti, verdure nostrane, pesce, funghi,

saltarelli son le sua specialità

sempre cucinati a puntino e di ottima qualità.

Delle erbe e funghi è un gran ricercatore

con perizia li distingue da vero intenditore.

L’arte del “Pongo” insegna ai bambini

dai grandicelli ai più piccolini.

Ogni anno in piazza organizza la festa anni 60 e 70,

dove  presenta, balla, suona e canta. 

Gianni è “un vero artista” a tutto tondo,

tanto che i suoi quadri li apprezzano anche a Locorotondo. 

Un bravo all’amico Gianni 

e che,  divertendosi,  collabori con noi per altri cent’anni…

Evviva la sua arte originale e bella,

Toc e Dai la Zirudella.

Fiumi  Mauro                         Zola Predosa aprile 2019

“ODE ALLA MORTADELLA”

A voj dir na Zirudèla….

Ed cossa a scriv?.....   Mo azzidoll !! D’la Murtadèla!

Murtadèla Murtadèla,   tante bòna, tante bèla;

Int’al zil d’la bèla Zola,   Te t’sbrillocc come una strela.

Sia Bulgnis che furastir,    Par tè polen impazzir…. 

Am immazin al parfamm,

Ch’i da essr in Paradis…. Sain sicur che al to udaur   A quel.. lè,  seppa prezis !!

I Ruman l’inventenn !  L’è la puraveritè.

E, int’el Civico Museo,   A psi dscruver al parché.

I studius j’han dsquert na lapid,   cfò la tòmba d’un mazlèer, 

con sculpè,  soquant ninein,  Una vsiga e un bel Murtèl.

In latèn l’éra mortatum, da lè al nomme e Murtadèla! 

La regeina di salomm.  Vanto ed Zola onnica e speziel.

A la psi guster conn vli…  Ma al sistema Petronian,

L’è magnàren soquanti fatti  Compagnè con dal bòn pan.

S’a vli fèr po festa granda, Tirè al còll a un Pignoletto,

ch’è quel vino benedetto,  altro vanto della zona,

qui tra i vini il più perfetto.  

Cari amigh tott que cunvgnò,

Par fèr festa un cheplavour,  un regalo degli Dei…

Un panino??  L’è tropp poch!... Ce ne vogliono almen sei!

 Livè i caliz col Duttour….  Con sta bèla compagni…

Che la vètta è  tante bèla,

Tott insamm gridan feliz…..

Toch e daj la MURTADELA.

 

Zirudella gentilmente donata alla Pro Loco di Zola Predosa da Alessandro Mandrioli (Il Dottor Balanzone) in occasione della XII edizione di “Mortadella Please” 2018” (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione senza autorizzazione dell’autore)

Un goloso topolino”

C’era un topolino,  simpatico e piccolino,

gli piaceva la marmellata, dolce, mora oppure ambrata;

un dì nella dispensa vide, un vasetto aperto, rimase assai sconcerto,

ne usciva un delizioso profumino… e lui stregato, ne assaggiò un tantinino.

Ma la gatta sorniona che sembrava addormentata,

si accorse del topino che mangiava la  marmellata.

Si riunì tosto il Gran Consiglio…  di gatti, topi ed un coniglio.

“In esilio devi andare e mai più devi tornare”…

fu annunziata la sentenza, senza un poco di clemenza.

Così mogio,  e lemme lemme se ne andò pian pianino

 non si voltò,  né fece lor l’inchino.

I gran toponi, tracotanti e crapuloni,

banchettaron con salumi e provoloni;

e furon  ben contenti d’aver raggiunto i lor intenti

d’essersi sbarazzati dell’intruso topolino dal simpatico musino.

Ma attento vigilava un robusto cagnolone….

che per lo sfortunato  amico aveva gran venerazione,

si mise forte a ringhiare ed i denti a digrignare…..

ed in aria,  li fece tutti volteggiare.

Il  topolino a lungo girovagò,  macilento ed affamato,

alfin  giunse in un  caseggiato,

dove  di  animali ce n’eran tanti….. in pace, felici e tutti festanti.

Rimase in quel posto ameno….  e visse a lungo assai sereno,

e non scordando  l’amico cagnolone,

ogni tanto lo andò a trovare e giocare con lui allo scopone. 

Recita la parabola:

“Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello,

e non ti accorgi della trave che è nei tuoi occhi?”

Amici,  la morale forse è quella…..toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi                             Giugno 2018

” STELLA  COMETA ”

Nella volta celeste trapunta di stelle

splende alta la cometa,

illumina pastori e pecorelle,

nel cammino alla sacra meta.

Arrivano a Betlemme da ogni dove

viandanti, re magi e pellegrini

per adorare fra un asinello ed un bove,

l’Unico Divin dei bambini.

Il sorriso suo d’amore e letizia

ricolma di gioia l’arido cuore,

annunciate genti l’attesa notizia:

“ E’ nato il Salvatore ”

Brilla in cielo quella stella

annunciata dal profeta,

fra tutte è la più bella

nell’argenteo fulgor di cometa.

Mauro  FIUMI                                           Natale  2018   

Questa raccolta di Zirudelle e alcuni racconti, è uno spaccato di vita di Zola Predosa e dintorni.

Le Zirudelle sono filastrocche, poesie popolari con versi elementari in rima e non, che nei tempi scorsi i cantastorie, divertendo la gente, declamavano a gran voce nelle fiere e nei mercati dei paesi a volte cantando e suonando la fisarmonica e “l’ocarina” o altri strumenti e nel contempo vendendo qualche oggetto o prodotto.

Chiediamo scusa a chi non conosce il “dialetto bolognese” perché ne sono inserite alcune frasi o parole che comunque sono di facile interpretazione.

E’un gentile omaggio a tutti gli Amici Volontari della Pro Loco di Zola Predosa per la loro disponibilità, cortesia ed allegria sempre prestata in tante occasioni.

Fiumi Mauro, Zola Predosa, Febbraio 2014

Il ritrovo, al ristorante in collina per una serata conviviale,
che della Pro Loco, il primo dicembre, è la cena sociale.
Volontari ed amici arrivan entro le venti,
per cenare tutti insieme felici e contenti.
La taverna a noi solo è riservata
non tanto grande, ma ben illuminata.
Chiacchierando in attesa dell’antipasto,
le 20e30, già c’è ritardo, forse c’è stato un guasto;
arrivan finalmente due ragazze con sol due piatti in mano,
saranno nuove cameriere che c’è di strano;
vengon dalla cucina, su e giù dalle scale e senza fretta…
ci portan l’antipasto… una misera fettina di polenta e pancetta;
dopo parecchi minuti ci sono le tagliatelle al ragù bianco come primo,
a me paion un po’slavate… certo non le stimo.
Qualcun comincia a lamentarsi pel cibo freddo e scarso,
poi il secondo è alfin apparso….
un arrostino sottile e troppo saporito
che molti di noi han poco gradito.
Il dolce … che tenerina!
per qualcuno niente, per gli altri ve n’è assai pochina..
E per finire in gloria… una ricca lotteria
che nell’ottica della serata, è stata la nota più lieta che ci sia.
Un pasto appena passabile, insufficiente, freddo, e mal servito,
un mormorio…. ce lo sarem legato al dito.
Ma per fortuna siam stati
in una divertente compagnia, spensierata e bella….
quasi quasi a casa mi farò una frittella.

Fiumi Mauro, Venerdì 1° dicembre 2017

La befana è arrivata, tutta in ghingheri e ben firmata.
Di “Gabbana” è la sua gonna, non quella vecchia della nonna.
Le scarpe rotte, son stivaletti con cui vola sopra ai tetti.
Ha la giacca leopardata e con trecce, sciarpa e cuffia si è ben fasciata.
Or la scopa va a motore e funziona a batticuore.
Sopra al naso ha l’occhialone
e nel borson di “Gucci” anche il carbone.
Lei porta calze e doni che regala ai bimbi buoni.
Simpatica e travolgente, sa stregare tanta gente.
“ Cara Befana, così… sei pure bella”
toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi 6 gennaio 2018

In cinquantasei partiam al mattino,
con sosta in autogrill per brioche e cappuccino.
Miriam illustra la gita dell’olio ed il programma,
poi con la lotteria delle ciofeche la curiosità infiamma;
vasetti, candele, angioletti, tante cineserie,
oggetti vetusti ed impolverati ed altre chincaglierie.
A Cortona saliam per l’erta via alla Basilica di Margherita,
dove in una teca la Santa intatta è ancora custodita.
Nel centro ci vien incontro la banda, con sindaco ed autorità
stupefatti esultiamo per cotanta cordialità;
delle forze armate è la festa e commemorazione,
così ascoltiamo l’inno nazionale ed una patriottica canzone.
In pullman Mauro recita qualche zirudella dal suo repertorio
e finalmente a Sarteano, pel pranzo, arriviamo all’azienda dell’olio;
crostini, spaghetti aglio, olio e peperoncino, fagioli, salsicce,
pinzimonio e per finire cantucci e vin santo,
così del nuovo olio ne gustiamo tanto.
Il “Country”, ballo americano, Miriam ha preparato,
ma Mauro, il presentatore in gilet di pelle e cappellone, si è imboscato;
è nella toilette che soffre e si vuol svuotare,
così per la pioggia lo spettacolo western non può continuare.
Al bar ci fermiamo per un caffettino,
ed il mancato speaker, invece, si prende un canarino.
Nel ritorno per Miriam c’è un’improvvisa fermata,
anche per lei, ahimè, una scarica, altra colata.
Un gitante racconta barzellette
mentre Franca e Marisa per le altre ciofeche fan da vallette.
Dopo una lunga fila in autostrada ed altre idrauliche soste,
a Zola siamo ritornati, alcuni stanchi, altri un po’ sconquassati.
Qualcuno dice “ una giornata di me…. “, per me invece, solo un po’ storta,
comunque diversa, dirompente e perché no! bella….
toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi Domenica 5 novembre 2017

Compie gli anni Franca, la velona,
simpatica, travolgente ed po’ ciarlona.
Del ventre Lei fa la danza, dondolando fianchi, cosce e panza.
Alle feste col titolo di Damigella e di corte “damigiana”,
sempre con eleganza solleva tintinnante la sottana.
In ilari duetti, con Francy, si esibisce
e gli attempati gitanti rallegra e stupisce.
Della “Star” Lei ha la vocazione e tanta velleità,
a calcar le scene si applica con assidua volontà.
Pel teatro, sacrifica della Pro Loco riunioni e cene,
pur sempre, i Volontari tutti, Le voglion un gran bene.
A Franca divertente, espansiva e bella,
i più cari Auguri di Buon Compleanno
ed un abbraccio da questa breve, ma affettuosa zirudella.

Mauro FIUMI, martedì 28 marzo 2017

Si festeggia il Natale a villa Edvige Garagnani,
cornice elegante di fatti inaspettati fors’anco strani.
Al noster presidant Gaibari che della Pro loco gestisce i volontari
vien presto al mattino per organizzare il mercatino;
gli arriva una telefonata…..” a Vignola la ferrovia s’è fermata”;
così velocemente se n’è dovuto andare
per aggiustar un passaggio a livello che non voleva funzionare;
con tecnologica competenza ha provato e riprovato,
poi con un calcione ha rimediato.
Intanto i volontari lavoran tutti al posto giusto…
Leda e Carmen armistdan la pulant con tanto gusto;
Rina prepara le tigelle, Giuliana sforna le ciambelle ;
Luciano e Paolino i castran i maron,
Adriano prepara dal vein brulè cheld e dimondi bon;
Mauro l’incasseva i suldein dal caffa’, dal tigell , e d’la brazadela
con Marisa che l’era sanza vous, e an d’scureva brisa,
la v’leva cunter una sturiela,,,,,.am per na fola, quasta l’è propi bela.
Mo s’et fat Marisa et cantè totta la not?
Mo no, sono raffreddata, la mia voce rauca se n’è andata.
Al selta so Adriano… ben mo da bon, “bav al mi vein brulè,
calma la gola e ristora le tonsille, l’è mei dal the,
l’è un bon rimedi part te Marisa, a son sicur c’an sbali brisa.”
Al primo piano in carrozzina c’è un signore handicappato,
è fermo davanti all’ascensore che s’è bloccato;
vien subito avvertito il tecnico manutentore,
e ai vigili del fuoco spiegan il problema dell’ascensore,
“non è indispensabile il nostro intervento,
chiamate la croce rossa… loro competenza è lo spostamento”.
Corrado corre all’ambulanza che lì vicino è ubicata,
ma purtroppo è fuori per una chiamata.
Il tecnico è arrivato… il guasto vien riparato;
non si è ben capito qual’è stato l’inconveniente,
comunque per l’intervento non ha richiesto niente,
ha gustato una nostra tigella, ripiena di stracchino e mortadella.
Mauro alla cassa, è alle prese con gli spicciolini
per fortuna arriva Pizzi che gliene porta dei sacchettini.
“Ragazzi si può leggere il “Resto del Carlino…
Ve lo noleggio gratis o quasi…. solo un centesimino”.
Svelti ora! … tutti in posa c’è il giornalista… ci farà una foto da vero artista.
Gabriel l’ha fam… una tigella ha messo a riscaldare…
poi tra i banchetti si è messo a guardare..
oggetti natalizi, prodotti tradizionali e curiose creazioni di abili mani artigianali.
E’ arrivato il sindaco con signora,
suona l’allarme, azibrec, non era mai successo prima d’ora.
Esce fumo dalla cucina, ma cos’è successo con quella tigellina?
un incendio? no! sul fuoco a riscaldare,
è diventata carbone, attenti!... qui si può tutto affumicare.
Nel parco una fontanella s’è formata,
forse da un tubo rotto l’acqua è sgorgata;
il bagno è otturato? no problem… c’è quello all’ammezzato.
Intanto Gianni l’arte del Pongo insegna ad una frotta di bambini,
e Giorgio fa il Babbo Natale… all’ingresso accoglie grandi e piccini.
Luci, musica, allegria ci hanno accompagnato
ed alla sera ogni problema è sorpassato.
S’affievoliscono le voci, si spengono le luci;
“la settimana prossima in piazza, starem freschi alla guazza;
faremo gran festa,… verrà tanta gente,
speriamo di evitar qualche altro inconveniente”
Sarà ancora una giornata movimentata? divertente… bella?
mò senz’eter…. e vai con la mia zirudella.

Fiumi Mauro, Natale 2016

Av voi cunter una sturièla…. cl’è capité a mè e mi surèla.
Con Pro Loco in compagnia…. alla festa di Pomaria.
Delle mele cara gente…..non si butta mai via niente,
ci siam tanto divertiti…. c’eran mogli coi mariti,
avain magné dal spezialitè…. dal Trentein e dla vallè.
Ma alla fine del banchetto…… Fiumi cerca un gabinetto,
sàul che dopo la scrollata…… la sradura si è bloccata.
A i va’ un mecanic, un elettrizèsta, un impieghè….
ma la porta la sta’ asre’.
A i è chi dis “Di so cinèin véin bain fora dal fnistrèin”;
gneint da fer, a gne’ manira……. an s’avéra la purtira.
A un zert pont una dùnela la dis: “dabain fora la cev da la finistrèla”.
Quindi evviva, al selta fora……. e al dis,: “gnéinta gnèinta pòra”.
Corrado l’avèva un salam e una murtadela par festegèr
e al dis: “l’os an l’avi pio’ da srèr”.
Tutto è andato a buon fine……. sia la gita che le rime
e al fò acse’ con mosa bella e Ticodai la Zirudela.

Zirudella gentilmente donata alla Pro Loco da Stefano Pedrini,
partecipante alla gita delle mele del 9 0ttobre 2016

“All’alba, al mare “

Meditabondo vago pel soffice arenile,

al tepido incanto primaverile.

Nel luccichio dell’ultima stella,

schiara l’aria di un tenuo bagliore,

dipingendo il cielo di roseo candore.

Affollano la mente i bei tempi passati,

intensamente vissuti o solo sfiorati;

sfuocate istantanee di momenti festosi,

e a volte sereni oppur dolorosi.

S'alza lento in cielo il carro di fetonte

perdendosi lo sguardo all' orizzonte.

Strali dorati mi colpiscono il viso,

suscitando un tenue sorriso,

per l'amata donna, dolce compagna

che sempre mi sostiene e mai si lagna.

Rauchi gridi di bianchi gabbiani,

che al mio passar s' involano lontani.

Sulla dunna, una leggiadra giovinetta,

Scioglie al vento la lunga veletta;

Un ragazzo gioca col suo cagnolino

e gli getta in acqua un salmastro bastoncino;

pescatori improvvisati rastrellano telline,

avventurosi barconi salpano saraghi e sardine;

solitari cercatori di piccoli tesori,

ma mozziconi e cocci trovan più che ori;

qualcun saltella, corre goffamente,

crede di perder peso velocemente;

dagli scogli esibiscon temerari tuffi,

anche se a volte paion assai buffi.

Poi famiglie a frotte di grandi e piccini,

con sdrai, ombrelloni e cesti pien di panini.

Di gente ormai quasi una mareggiata,

la mattutina quiete ormai è terminata.

La risacca cancella le fugaci orme,

ricopre conchiglie, buche, sassi,

così pigramente ritorno sui miei passi,

verso la tranquilla magione,

un languorino....non ho ancor fatto colazione.

Etereo invitante profumo di mare, di pesce, di sole

Aneddoto zolese

Mio padre Giuseppe raccontava spesso un aneddoto accaduto durante la quadriennale “Festa Grossa” di Luglio a Ponte Ronca (probabilmente del 1946).

Un turista francese, ospite in una delle tante ville padronali della zona, si avvicinò ad una bancarella dove il venditore aveva disposto in bell’ordine diversi tipi di frutta secca:
- Comment s’appel? – Chiede il turista indicando un cestino di noci.
- Mo ins pailén mégga, is machèn – gli risponde il nostro ambulante “poliglotta”.
- Comment? – Replica il buon francese.
- No, no  brîṡa col man, col martèl – lo corregge il fruttivendolo.
- Je ne comprì – Gli risponde deciso il turista.
- A nin cunprè brîṡa? Bän lé listàss, a i vindrò a un èter!
Poi, rivolgendosi ad alcuni paesani incuriositi che avevano assistito alla scenetta, proclamò con fierezza:
- A chi bòja ed chi tudéssch an si capéss un azidóll, invêzi con chi franziṡón lé vésst cómm ai ò capé sóbbit!

Scorre il fiume...

 

Innocente sgorga, qual timoroso rigagnol d’acque pure,

s' invigorisce in corse e salti, allegro torrentello, poi

in gorghi roboante, tra massi baldanzoso scende a valle.

 

Tormentate o dolci acque incontra,

unendosi in vigoroso corso;

tra variopinti pendii prosegue, boschi di betulle,

rive sassose o incolte d'intricati arbusti;

costeggia case, villaggi, città,

capanni di pescatori ed infestanti industrie.

 

A volte si ribella all' incuria delle genti,

e furioso s'abbatte su ponti, auto e case innocenti

 

Quando s'accheta all 'alveo naturale

silente, scorre nel lento cammino,

ventose chiome s'inchinano al suo passare...

ed incurante, s'avvia verso un grande destino

dell' eterno abbraccio del mare... che mai più potrà abbandonare.

 

Mauro Fiumi

Ai carissimi Silvia e Mario                                                                           

Col più lieto nostro dire
vi auguriam per l’avvenire

che da moglie e da marito
l’amor vostro sia infinito

che l’accordo sia perfetto
sotto ogni vario aspetto

vi vogliamo formulare
che la fede all’anulare

vi sia lieve come un soffio
vi sia cara sempre il doppio

se una nuvola molesta
si affacciasse alla finestra

siate allegri, non mollate
e scacciatela a pedate

perché limpido nel sole
odoroso come viole

vi sia morbido il cammino
come un soffice piumino.

Sempre in rima vi chiediamo:
“Ritornate, vi aspettiamo

tutti noi della Proloco
stessa ora, stesso luogo

con sincera simpatia
dietro quella scrivania”.

Con nel calice il vinello
or l’evviva sia il più bello:

“Allo sposo e alla sposa
tanti… fiocchi azzurri e rosa!”.

Le amiche e gli amici della Proloco di Zola Predosa, 21 Agosto 2009

"Nel Parco dei Gessi"

Di un antico sentiero mi ritrovo a pensare,

dove brilla la roccia  al chiarore  lunare,

Selenite chiamata,  che un piccol borgo ai “Gessi” l’ha intitolata.

S’inerpica a monte Rocca faticoso,

di querce e ontani in un boschetto ombroso,

dei  Gessaroli il miser  passo che con sudor martellavan  il sasso.

Fangosi rigagnoli,  rami spezzati  sbarrano la via,

e impauriti  caprioli corron via;

macchie di fiori profumati….  lepri e cinghiali indaffarati.

Uno squittio assordante….. dei pipistrelli nella cava, il volo inquietante.

Dall’alto domina il falco nell’ampio volteggiare,

mentre l’allocco o la lamentosa  poiana son pronti a cacciare

non l’aculea istrice o il simpatico porcospino,

ma ramarri, lucertole o qualche sfortunato topolino.

Umide grotte,  rifugi di scomparsi pastori,

tane di pigri tassi ,volpi, faine e piccoli roditori.

Fan da cornice pungitopi, luppoli, noccioli e biancospini,

pure sambuchelle, gigli, ginestre, orchidee e ciclamini;

cerri, castagni, aceri, sorbi , melograni costeggiano il ruscelletto,

come i neri  pioppi, ortiche, l’asparago, il cipollaccio ed  il piscialetto;

e aromatici cespugli dall’odor di liquerizia penetrante,

della melissa il delizioso profumo di limoni invitante.

Sale il cammin a Monte Capra tra sponde argillose, candelle inghiottitoi,… rosse distese di  papaveri, campi di girasoli

da Monte Castello, sul cheto laghetto, su sparse case lo sguardo si posa,

sul colle della Guardia, sulla vicin Zola, sulla laboriosa valle del Lavino..

infin  alla maestosa, secolare  roverella di Duecentola, riposa.

Celato spicchio di ancor terra selvatica,

natura incantata, coinvolgente e  bella…..

ed ecco a Voi…. “dei Gessi la mia ecologica zirudella”.

Mauro FIUMI

IL PESCATORE DI TROTE

Zirudella del pescatore che le trote soleva pescar con ardore.

presto partiva al mattino bevendo solo te o cappuccino;

tanta era l’ emozione che non faceva neppure colazione.

Su per monti e colli veloce procedeva,   per andar ad un lago che gli piaceva.

Prima d’iniziar, faceva l’ispezione  per trovar il sito miglior per l'occasione

Canne corte, calibrate, una speciale attrezzatura,  on rimaneva che iniziar l’avventura.

Col vetrino, falcetto, camola e lanci lunghi ha cominciato

e la prima trota subito ha abboccato;

dopo qualche pesce,  ha cambiato canna,

con bombarda da otto grammi,di una mezza spanna;

e oplà…due trote da più di un chilo…

pure uno storione che gli ha rotto cimino e il filo

A mezzodì al bar si è ristorato

ed un’oretta chiacchierando ha riposato.

Nel pomeriggio… inserita una leggera montatura

ha mostrato a tutti la sua bravura,

una trota dopo l'altra, a volte senza l'uso del guadino

tanto che ha finito di riempire il suo retino.

Infin, smesso di pescare, un bel bottino a tutti ha fatto ammirare.

Nelle gare è sul podio....è un campione,

vince coppe, medaglie, salami, formaggi e meloni.

Sport, aria buona, sole....una giornata divertente, spesierata e bella

e toc e dai.....quasi quasi mi faccio una trota in padella

Mauro Fiumi - Zola Predosa

LA MADONNINA DEL GIARDINO

Frettoloso, passo nel giardino, attento a non scivolar sul gradino.

In una piccola edicola incastonata,

La celeste Madonnina di variopinti fiori è tutta incorniciata.

A volte rivolgo a lei un'umile pensiero,

mi sorride benevola e mi accompagna al solito sentiero.

Sui miei cari e sugli amici chiedo protezione

e sempre concede la Sua materna benedizione.

Mi soffermo, sul far della sera,

per sussurarLe un umile, breve preghiera.

Oh Madonnina, Madonnina mia Santa

Fa che nel mondo ci sia pace... ne bisogna tanta;

donaci salute e serenità, proteggi tutti noi con generosità.

Tu che hai accanto il nostro Signore,

guida il nostro cammino col Tuo amore.

Fra tutte le donne " Tu l'Eletta" ... per noi sei la prediletta,

col cuor faccio fedele promessa...

di partecipare assiduo alla Santa Messa;

d'andar al colle a venerarTi e di dire il rosario per onorarTi;

di non fumare più, di bere con moderazione,

al ristorante, in casa oppur in stazione.

Tu che con me hai tanta pazienza,

sopporta anche queste righe... è poca scienza.

Oh Madonnina, oh Madonnina mia bella,

din,don,dan....a Te dedico questa devota zirudella

Mauro Fiumi, Zola Predosa, ottobre 2014

“Sturbamento“

Sei poco ciarlera al mattino,non hai ancor preso biscotti e cappuccino.

Ti chiedo appena alzata vuoi fare una passeggiata?  …“ma mi sono appena svegliata!”

Andiamo al mercato?... " Ho ancora da fare il bucato"

“sta mò zett addess che debbo fare una telefonata”,

sé c’la dura…. poco meno di una giornata;

moh a vag in piaza cogl’amici a ricordar i bei tempi felici,

“ma va la, schevtla ban un poc”.

Tu  mi  sturbi.

Prepari il pranzo a mezzogiorno…ti do fastidio se sto qui intorno?;

prendiamo il caffè?... “no, meglio il deca o il the”,

andiamo a Rivabella?.... “a voi fer la pennichella”;

“vam a tor il gelato, che lo fanno prelibato”;

“adess, lassum un poc in pes,…

debbo vedere la vita in diretta

cl’a dona l’era nuda, chissà se al maré

l’ha amazè con la maglietta;

par me l’è ste lò, e non l'amante”,

nutro qualche dubbio, l’è un poc titubante.

Tu  mi  sturbi.

Arrivan gli amici all’improvviso…

“ban mo da bon”, ricevili col sorriso,

“restano a cena” …. benessum.

“Vai a far la spesa al supermercato,  non scordare il gelato,

compra anche pizza e piadina, che riempirem di rucola e i han bele fam,  ma fai presto,  corri svelto, lesto, lesto”.

Finalmente soli,  l’è bela mezanot,

a son stoff mort, am per d’aver ciapè dal bot.

Prendiamo la tisana?”  cl’è propi un toccasana?,

meglio il pignoletto, così aligar andremo a letto.

“Accendi la Ti.Vi.,  facciamo la carrellata?”,

an n’è mei una cavalcata?,

“sé bonanot, la cavalcata delle valchierie”

e, oplà, l’è beli addormentata.

At voi ban, a son sampar que,  vicino vicino

e ronfa già come un bel micino.

Se a volte a son trest o un poc depresso,

am tir so sobit col buon espresso,

son  contento,  di buon umore,

e per Te ho ancora, lo sturbamento, col batticuore,

e mò sé , anche se la vita è frenetica oppur noiosa,

l’è comunque samper bela,

toc e dai la zirudela.

Mauro Fiumi, ottobre 2015

Un anno disastroso 

Il 2013 testé terminato , non è stato per noi certo fortunato. Renzi, dopo aver vinto le primarie con gran clamore, si è spinto a Roma a tutto vapore, dove, con giovanil cipiglio...... è stato nominato Presidente del Consiglio; ci auguriam ora che conscio di questa critica situazione si dimostri capace e deciso in ogni occasione.

Mi rivolgo a lei, Onorevole Primo Ministro: "elimini l'accise, gli enti inutili, le prebende clientelari, gli sprechi; dimezzi il numero e gli alti stipendi di supermenager e parlamentari; colpisca gli evasori, diminuisca le tasse; con i più soldi in tasca le saremo molto cari; col lavoro e benessere, i consumi potranno lievitare, e così noi felici farem vacanze ai monti ed al mare; dia una poderosa spinta all'economia, faccia però in fretta, altrimenti rimarrem tutti in bolletta. Tra Iva, Mutui,Iva, Irpef, Iuc, Trise, Tares e Tac, rischiamo adesso un bel patatrac. Dopo gli scossoni dello scorso anno, non potrem sopportare altro danno. Ormai non ci son più né polli da spellare, dalle rape il sangue non si può cavare...."

Recitava una vecchia canzone popolare: "se potessi avere mille lire al mese" e mio nonno sempre ottimista aggiungeva: "basta salute e lavoro.... ci caverem fuori dalle spese." Amici state allegri e sempre in compagnia, perché forse è il miglior condimento che ci sia. Chissà forse son solo un romantico, fiducioso delle qualità e capacità di questa nostra patria bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Marzo 2014

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La partita di pallone

Bologna – Napoli, in notturna allo stadio comunale una partita avvincente,

dove anche l’ANT sarà presente,

e appena le porte verranno aperte

...i volontari pronti a raccoglier offerte.

Anche da Zola Predosa è partita una delegazione

che ha dato il suo supporto per l’occasione;

i volontari agli ingressi si son posizionati

per accogliere col sorriso uomini, donne, bambini e pensionati.

Carmen, Gigliola, Leda, Lisetta, Cesare, Gianni, Rolando e Mauro, coi cubi alla maratona centrale si son sistemati,

e gentili incontrano i tifosi, anche i più agitati,

che mentre alcuni velocemente dribblavano,

molti altri per dare un piccolo/grande contributo si fermavano.

E’ un significativo aiuto a questa Fondazione

che porta sollievo a tante sfortunate e sofferenti persone.

La partita appena iniziata

e dal Napoli subito qualche bordata;

per fortuna non avevano ancora carburato

così i pali han solo sfiorato.

Tra folclore, botti, cori, canzoni “jamme jamme", "oj vita oj vita mia” e qualche sfottò,

sembrava d’essere ad uno sketch di Totò.

Lo speaker nell’intervallo il generoso incasso di offerte ha annunciato

ed all’Associazione Italiana Tumori, da tutti un grande applauso vien dedicato.

Nel secondo tempo, i partenopei un’altra marcia han ingranato,

e con Hamsik, Cavani e Dzemaili, tre “gnocchi” ci han rifilato.

Ormai salvo il Bologna, forse con la testa era già al mare,

per noi tifosi una partita da dimenticare.

E per consolarci di questa sportiva delusione,

al ristorante ci siam presi pizza e calzone,

abbiamo infin brindato felici a questa solidale iniziativa bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, 8 Maggio 2013

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Zirudella del Dentista 

Teofilo è il mio Dentista, con i denti è un vero artista.

Cura tutte le carie, non si da mai le arie; fa l’otturazione, aspirando ben la salivazione; e se cava anche un dente, non mi fa soffrir per niente; il suo consiglio ….. che non è niente male, “oltre a spazzolino, usi spesso il filo interdentale”.

Alla fin dell’intervento, io gli dico: Dottore, Lei è un portento, i miei denti son risanati, ed i sorrisi assicurati; la mia dentiera è così smagliante, che….bionde o brune, sedurrò all’istante;

Sì, or la bocca è proprio bella... toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Maggio 2013

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Il Re Tortellino

Della tavola io sono il Rè, e nel piatto siamo in sessantatre.

Alle feste son mattatore, faccio felice anche l’intenditore.

Col buon brodo di manzo e cappone, vi farem fare un gran figurone.

Cotechino, purè, zampone e lenticchie per continuare, così fortuna e soldi potranno arrivare.

Annaffiando i cibi con dell’ottimo vino, arriveremo presto al panettone o altro dolcino.

Della tavola io sono il Rè, e di scodelle ne consiglio anche tre.

Condite tutto con simpatia, allegria e amore, e gli amici ringrazieranno di vero cuore.

Da una tavola speciale, così gustosa e bella, faccio un cin cin e gli Auguri con la mia zirudella.

Mauro Fiumi, 24 dicembre 2013

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A Cesare Borsari

Cesare compie sessantott’ anni, con allegria, senza lai e pochi affanni. Baldanzoso giovanotto ad una festa privata, conobbe la bella Carmen che ne fu subito ammaliata. Il suo lavoro era il pompiere, anche se avrebbe voluto fare il banchiere. Poi con successo dei mobili ha fatto il rappresentante di divani, salotti e cucine ne ha venduto tante.

A Zola molto conosciuto e apprezzato, Presidente della Pro Loco e Unpli è diventato. In politica si è distinto con onore, tanto che in comune la sua poltrona, era di assessore. Mortadella please, una grande sua invenzione diventata rinomata sagra della culinaria tradizione.

Dell’ANT ora è il nostro Presidente, il Delegato, ed i banchetti dei ciclamini, dei panettoni, delle uova delle arance, sì, con Lui, non abbiam mai sbagliato. Or è qui, tra noi, amici e volontari, dedichiamo a Cesare l’applauso e gli auguri più cari, di una vita lunga, spensierata e bella, toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Gita Mantova, Ottobre 2013

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Pasqua e Pasquetta 2012

Agli amici della Pro Loco Volontari

di una “Buona Pasqua” gli Auguri più cari.

Al mare volete andare ed il pesce degustare?

un proverbio voglio ricordare:

“il cielo è a pecorelle?…vien giù l’acqua a catinelle” ;

per la gitarella?…meglio prendere seco l’ombrella,

la giornata è soleggiata ? …per le colline di Zola…..consiglio, una bella passeggiata;

il tempo è nuvoloso?…. per noi assai tedioso?…

cogli amici una partita a carte o al Museo della Ghironda per un poco d’Arte;

per i più sedentari?…. televisione, film o documentari;

siete ancora incerti se uscire? allora restate a casa a dormire.

Ed infine… “ Felice Eubiosia ”,

che non so bene esattamente che cosa sia.

Dentro l’uovo, speriam la sorpresa sia bella….. toc e dai la zirudella.

Dolci saluti pasquali “al latte o fondenti”.

Da Fiumi Mauro, 8 Aprile 2012

Villa Edvige Garagnani

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Dei conti Garagnani, si raccontan fatti strani…. nella villa in lontananza, brillan luci e lumi in ogni stanza, e le notti di tempesta, s’odon suoni, balli e gran festa.In un’epoca lontana, viveva, tra campi e la foresta.… il bandito Manolesta; agli ignari cittadini…sfilava i borsellini; tra i due ponti del Lavino, lui faceva il contadino e con la banda della Torrella… imponeva la gabella; i viandanti taglieggiava, ed intanto s’arricchiva; in tant’anni di rapine ed oscuro lavoro, mise insieme un bel tesoro; nell’antro del cinghiale nascose monete, gioielli ed un gemmato bel bracciale. Il furfante Manolesta ai gendarmi seppe sempre tener testa, ma, in un vil agguato, dalle guardie circondato fuggì a più non posso, e saltando lungo un fosso, si ruppe del collo l’osso. Il brigante mai non spese fiorini, ducati, né un doblone… forse pensava già alla sua pensione; del ricco e gran bottino, mai a nessun ne parlò, nemmeno quando esalò.

A quei tempi il nobil Garagnani, solea andar per lepri e fagiani, ed un bel dì a caccia in giro, un cinghial gli capitò a tiro; lo ferì mortalmente, nella sua tana lo rincorse lestamente… e qui trovò dei gran borsoni pieni di monili e di soldoni, poi smeraldi rubini e tanto oro…. che del brigante ne era il tesoro. In onor di Manolesta lui fece una gran festa e con tutti quei quattrini comprò, terreni, palazzi, villlini, ed un castello a Crespellano, che da Zola non è lontano; ai suoi devoti contadini donò vesti, cibo e dei quattrini, ed ai suoi vicini, di Zola cittadini, vin dei colli in abbondanza, ma con stile e gran creanza. Al conte piaceva andare, per colline e campi a cavalcare, ma cadendo in un burrone, si prese una brutta infezione; da Bologna arrivò con fervore, Balanzone il gran dottore, che con salassi e tisane, il nobile tentò di salvare,….ma poco o nulla seppe curare. La contessa Edvige, di cui purtroppo abbiam perso l’effige, era una pia donna, assai devota alla Madonna, ed a lei fece voto ardito, se lo sposo suo fosse guarito, di lasciar al Comun di Zola Predosa, una cosa assai preziosa, villa e parco in eredità, alla morte per l’eternità. I Zolesi, del conte ebber compassione, ed in pompa magna, con in testa il gonfalone, andarono a San Luca in processione; chiesero grazia, oranti, con clamore tutti quanti. Il conte Garagnani, sano ed allegro si riprese all’indomani e scese giù dal letto vispo e gaio come un bimbetto. I due nobil sposi vissero ancora felici, molti anni con amore e pochi affanni; e al termine della vita, la nobildonna….mantenne il voto alla Madonna.

Ora infine con ardore, ringraziamo di tutto cuore e battiam forte le mani alla contessa Edvige Garagnani. Orbene, questa fola, dedicata è a voi di Zola; non è documentata…. solamente da me inventata; e alla fin della storiella, che speriam gradita e bella…. toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi, Luglio 2009

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Una piacevole, fruttuosa giornata al supermercato

Carlo, mi accompagni oggi al supermercato?”. “Ma cara, ci sono andato ieri l’altro … abbiamo il frigorifero pieno”. “Sericordassi invece quello che devi prendere,” gli risponde la moglie Ginevra, non dovremmo tornarci ; delle cose che ti avevo detto di comprare, alcune le hai portate diverse e molte le hai scordate.” “La volta prossima, farò un elenco scritto , così non mi scapperà nulla; cara, sai forse è l’età, sono un po’ rimbambito, risponde Carlo quasi scusandosi, e tra sé: non c’erano tutti gli articoli richiesti ed io ne ho preso dei simili , non è lo stesso? no, quello non va bene, quell’altro non è buono. Forse meglio non contraddirla. E’ pomeriggio; marito e moglie, appesantiti ed un po’ in là cogli anni, montano su di una piccola utilitaria, non più nuova, ma ancora in ordine e soprattutto consuma poco “così si risparmia molto”.. Da quando è in pensione, il ragionier Carlo, cassiere e perito commerciale, tiene il conto della benzina accorgendosi purtroppo che nonostante abbia diminuito l’uso dell’auto, la spesa annuale lievita sempre. Non c’è molto traffico ed in poco tempo arrivano al parcheggio pieno di veicoli; fortunatamente si libera un posto e ci si infilano velocemente. “ Caro prendi il carrello”…. “non occorre” risponde il marito “dobbiamo prendere poche cose, basta il cestino all’interno”; “no, prendilo così mi appoggio se mi stanco” e prontamente Carlo “ci sono io a sorreggerti, sono il bastone della tua vecchiaia”. “Ma se a malapena riesci a star in piedi”… ironizza la moglie; “dai entriamo”. S’imbattono subito nei contenitori dei mini prezzi , poi le grandi occasioni, i super sconti , le combinazioni tre per due, le offerte del giorno, i prodotti speciali, gli articoli fedeltà , quelli per la raccolta punti”… più che un mercato sembra il paese della cuccagna. “Assaggi questo formaggio … fa un promoter, è ottimo” … abbiamo anche la porchetta e salame. Ginevra e Carlo, per non deludere questa persona tanto gentile: “ci dia due etti di porchetta, ed un pezzo di pecorino toscano”. “Mi sembrano un po’ cari” sbotta Carlo, osservando i prezzi … “non contestare Carlo, lo sai che se vuoi della roba buona devi pagarla bene”.

“La signora ha proprio ragione” replica con soddisfazione l’abile venditore. “Ma chi lo dice?, hai forse una percentuale per la reclame??. “ Dai, proseguiamo. Ora, “prendimi le farfalline di kamut” e Carlo: “ cos’è sto kamut , un nuovo tipo d’insetto da mangiare, come fanno in Cina?”. “Non fare lo sciocco! è una pasta di un grano diverso , che dicono più leggera, più digeribile. Mah! pensa Carlo, ho sempre digerito bene tutti i tipi di pasta, specie i maccheroni al sugo o le tagliatelle al ragù della nonna. I due coniugi continuano i loro acquisti tra le corsie: due barattoli di pelati,” questi, cambiali, non si sa la provenienza, c’è scritto solo, distribuito da …”: due bottiglie di passata “questa non va bene, ha troppi conservanti”, i dadi da brodo, i risotti pronti, un rotolone di carta, il detersivo per piatti, l’olio, l’ammorbidente, il caffè, l’orzo, uova fresche “hanno scadenza troppo breve, cambiale”, “però, pensa Carlo, Ginevra è pignola, ma sceglie con attenzione i prodotti”; “poi due confezioni di acqua minerale da 24, da mezzo litro, sono più leggere”. “Come se si dovesse portarle a spalla”, risponde il marito . “L’acqua distillata per il ferro da stiro, è sull’ultimo ripiano in alto, una confezione da due litri, mi raccomando, che si risparmia” “accidenti, esclama Carlo, potevano metterla ancora più su …. bisogna fare l’arrampicata di sesto grado e poi è anche in fondo, ci vorrebbe una scaletta, non c’è mai nessuno quando si ha bisogno”. “Certo , fa la moglie, con questa crisi, hanno ridotto notevolmente il personale”, “sì, vero, si vedono solo cassiere, l’importante per loro è incassare, il cliente può arrangiarsi da solo; comunque la gente deve pur mangiare, non può campare d’aria, e qui è sempre pieno, non c’è crisi che tenga. La signora Ginevra guarda il carrello che si riempie e passando tra gli scaffali del reparto intimo e maglieria: “ho proprio bisogno di mutande”, sei paia nere, sei bianche , “così ho il cambio”, 6 reggipetto, tre magliette bianche e tre nere , “si devono avere sempre almeno due colori e poi sul nero lo sporco si nota meno”; “e quelle rosse non le prendi?” suggerisce Carlo; “no, solo per Natale e Capodanno , è tradizione”… o sono amuleti contro la iella ed il malocchio? pensa Carlo, comunque, male non fanno, non si sa mai. “Ti occorrono degli slip, dei calzini? Noo!! ne ho due cassetti pieni” , “ad ogni modo ti prendo sei paia di calze rinforzate , perché le rompi sempre in punta”. “Guarda che bel giubbotto blu, profondo mare, prendiamola per Elisa.” Carlo prova ad obiettare … “e se non le piace? è giovane ed ha forse gusti diversi e poi a me più che mare blu sembra petrolio sporco” Ma come sei, mi contraddici sempre, non te ne intendi, questo colore quest’anno è di gran moda … ed infine cala l’asso di briscola: “conoscerò bene io, i gusti di mia figlia ”, calcando le parole; Carlo, tra sé osserva: quando le fa’ comodo è sua figlia, in altri casi, nostra figlia . Finalmente si ricordano di quello per cui erano venuti ….. le scatolette per i cani, il latte scremato, “così non ci sono grassi” , poi il burro, la forma grana, pancetta, insalata, prosciutto, le bistecche, il pollo, il pane, frutta, verdure e tante altre cose. “Prendiamo anche un chilo di salsiccia”, dice la moglie; perché nella salsiccia non c’è il grasso e nei salumi il colesterolo dove lo mettiamo? fa Carlo. Stanno per dirigersi alla cassa … ma oplà … in bella mostra una torta Saint Honoré, ma come si fa a resistere?? e lì vicino scatole di cioccolatini “e che ne dici della torta?” azzarda Carlo alla moglie; lei subito “sì, prendiamone una, anche quella scatola di cioccolatini misti , così se dovesse venire qualcuno a trovarci, abbiamo qualcosa da offrire, anche due sacchetti di caramelle alla menta piperita, quelle con la goccia,… che con tutto l’aglio e la cipolla che mangi, hai l’alito pesante”. “ Ma come, ribatte il marito, … se ne metto solo tre spicchi per volta”; “sì va bene, ma se lo mangi, senza toglierlo dal tegame, non lo digerisci poi bene,”. Carlo non sapendo cosa dire sollecita la moglie verso la cassa. “Vai là in fondo, c’è meno gente, intanto vado a prendere una saponetta. Carlo spinge il carrello verso una fila con poche persone, ma, ahimè: “cassa chiusa” , poi si sposta accanto, aspetta pazientemente, e finalmente, comincia a riporre i prodotti sul nastro trasportatore …. ma una voce stridula, antipatica : “questa è la cassa rapida, massimo dieci pezzi , non ha visto l’avviso luminoso? ” Carlo allibisce e sentendosi in colpa, reo di non essersi messo gli occhiali si allontana quasi vergognoso pensando: “accidenti, mi son confuso, volete fucilarmi se ho sbagliato cassa? non avevo notato l’avviso, ci saranno duecento cartelli, mi stavo preoccupando di non essere schiacciato dalla ressa e di caricare velocemente i prodotti. Pazienza; andiamo da un’altra parte; naturalmente una fila lunghissima, altri interminabili minuti di attesa e intoppi vari, “questo articolo non ha il codice, debbo chiamare un addetto del reparto; questa tessera è smagnetizzata, non si legge, deve darmene un’altra,; questa confezione è rotta, può andare a prenderne un’altra, intanto io continuo; oppure, la cassa è bloccata, un momento di pazienza; sono innumerevoli interruzioni che fanno aumentare l’attesa ed ingrossare la fila come un serpentone che si snoda a perdita d’occhio.

Intanto Carlo demoralizzato, scuote il capo osservando il carrello colmo e voltandosi verso la moglie che torna frettolosamente con bagnoschiuma, shampoo, dentifricio e spazzolini. “Caro Ti ho comperato il sapone da barba” - “mah! non dovevamo acquistare solo poche cose?” “ Sì, però è son tutte necessarie e indispensabili ”. A questo punto Carlo non osa più ribattere e pensa: “come avranno fatto mai a sopravvivere i nostri antenati senza la Nutella, i ravioli del signor Rana, lo stracchino di nonno Nanni , la pasta Agnesi, il panettone delle tre Marie o la mortadella di Bologna ? Finalmente arriva il nostro turno, carichiamo i prodotti sul nastro trasportatore che inesorabilmente li trascina verso lo scanner, poi casa, e destinazione finale i nostri poveri intestini, che dovranno elaborare e digerire questi sofisticati alimenti. La cassiera prende gli articoli lentamente, quasi svogliatamente, forse se ne frega della fila, pensa Carlo … ma dinanzi alle scatolette ha un sussulto.” ma quanti animali avete? chiede, “tre cani risponde prontamente Ginevra, perché ci sono problemi?” Capendo di aver fatto una gaffe,la cassiera, imbarazzata, continua silenziosa a passarle al vaglio una alla volta; dietro si sente rumoreggiare, la gente comincia a spazientirsi, Un temerario alza la voce: “non poteva passarle insieme, una ventina alla volta?” ; “E’ forse l’inizio di una sommossa popolare?” la cassiera per niente intimorita, anzi ringalluzzita per l’occasione che le si presenta, elabora prontamente la sua piccola rivincita personale …. su quella gente agitata, sul lavoro incerto e mal retribuito, sulle difficoltà di una vita anonima … e a voce alta: “io, seguo le istruzioni ricevute, per il controllo del magazzino e della qualità debbo passarle tutte singolarmente e … stoccata finale: anche se volessi, il programma non lo permette” . Dulcis in fundo, arriva la dolente nota: “ 198 Euro, fa l’operatrice, paga in contanti o con la carta di credito? “ Sorbole” esclama il ragioniere, “ per fortuna ho con me porto sempre il bancomat” ed alla moglie: “ ho 50 euro, tu cosa hai? “io nulla , normalmente paghi tu , ho lasciato il portafoglio a casa”. “Ma scusa, hai sempre con te una borsa che sembra una valigia, dentro hai anche il kit d’emergenza e le bottiglie dell’acqua che potremmo andare anche nel deserto, non puoi portarti dietro il portafoglio? ”. “No, perché è nell’altra borsa, quella più piccola, col borsellino delle monete, libretto d’assegni, carta di credito, tessere, agenda, telefono; non ci sta tutto in una borsa sola”. Nulla da eccepire; non manca nulla, nemmeno la bussola e coltellino svizzero perché li portano sempre assieme ad una pila.

Spingendo il gravoso carrello, come fosse un carretto pieno di sassi, i due coniugi discutono se han fatto bene a prendere quell’articolo oppure no, e, sostenendosi delicatamente l’uno l’altro, giungono lentamente all’auto, caricano le borse nel bagagliaio e si dirigono verso la loro casa, approdo sicuro dei loro affetti famigliari. Ginevra assorta pensa a quello che dovrà cucinare, se il risotto o i maccheroni, le bistecche o il pollo, poi di botto, facendo sobbalzare il marito: “ oggi son proprio contenta, con tutti gli sconti e offerte , abbiamo risparmiato molto … un vero affare”. Carlo perplesso…. intanto stava programmando la serata da vedere in televisione: … “con quelle proposte, favolose ed allettanti come specchietti per le allodole, chi ci ha guadagnato sicuramente è il supermercato, noi non credo proprio, una cosa però è certa, ci sentiamo più leggeri …specie in tasca e poi cara… tu hai ragione”, in fondo …abbiamo passato una piacevole e fruttuosa giornata.

Fiumi Mauro, Zola Predosa, Febbraio 2013

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In anticipo, quest’anno la Pasqua è arrivata, un poco umida oppur soleggiata. Marzo, per i volontari è stato laborioso, di uova e colombe molti banchetti, ed un fatto curioso, il Cantuccio dell’ANT a Zola Predosa si è inaugurato, col brindisi delle Autorità e la benedizione del Curato.

Tanti curiosi oggetti ci portan liberamente, che esponiam in bella mostra al buon cuore della gente.

Piccol offerte, molte, potremo raccogliere,

come infinite gocce, al mare dell’ANT, felici devolvere. Sarà un valido punto d’ascolto e d’informazione, per poter dar sostegno o indicar la giusta direzione.

Agli Amici Volontari, gli Auguri più sinceri e cari:

"Buona Pasqua e Pasquetta”

cercando di prendere la vita serenamente, senza troppa fretta.

A tutti: “ Felice Eubiosia “ e, se la sorpresa dell’uovo Vi è parsa poco bella, non pensateci, sorridete con la mia zirudella.

Fiumi Mauro, 31 marzo 2013

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Palazzo Degli Albergati

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Tra il Reno ed il Lavino, tra valle e collina, circondato da biondi campi e lunghi filari allineati, s’erge, imponente e maestoso “Palazzo Albergati”. Era la dimora estiva di una nobile famiglia bolognese e per costruirla…. il marchese Girolamo non badò a spese.

Dalla fiera magione si diparton due vie, una verso l’antica Claudia e l’altra alla via Emilia doveva arrivare, ma i Magnani, forse per invidia o per dispetto, sulle loro terre non la fecero passare; il marchese risentito, si legò l’affronto al dito, e…. il salone delle feste così alto e grande fece edificare, che la villa dei nobili vicini, nel suo interno, potesse ospitare. Le finestre erano trecento, ora a contarle, sono più di duecento; nei sotterranei cucine, pozzi, dispense, tini; al piano terra due ingressi, uno a settentrione ed uno a meridione, le stalle, la ghiacciaia ed un ombroso giardino che d’estate, dava refrigerio alle romantiche passeggiate; al piano nobile l’immenso salone, collegato a piani e stanze da scale originali, a chiocciola, zoppe o elicoidali.

Del prestigioso artista, il Colonna, ottenne l’opera e l’arte, vincendo il Doge in un’estenuante partita a carte; di arazzi, dipinti, stucchi, statue e trofei, il palazzo fu con sfarzo arredato, per dar così lustro al ricco casato; In giro si mormorava… “si è indebitato, ha fatto ricorso al Monte di Pietà”, e per tacitare le dicerie, il marchese invitò ad una festa, nobili, maggiorenti ed autorità; questi, entrando nel salone, videro solo un gran tavolone, né sedie, poltrone, divani, nemmeno un panchino, malignarono…”il marchese non ha più il becco di un quattrino”; allor dei sacchi fece portare e su di essi tutti accomodare……. monete, argento e tanto oro vi era contenuto….. Girolamo soddisfatto, un certo qual effetto l’aveva ottenuto.

Molti, molti anni dopo un triste accadimento…. lutto e dolore…. la morte della moglie di Francesco Maria, l’ottavo senatore; la contessa Caterina, trovata sul proprio letto, trafitta al cuore da uno stiletto. Dell’omicidio il conte fu accusato ed in ceppi a Bologna deportato; ma la furtiva tresca dellla nobildonna con l’amante veneziano, da una lettera si rivelò, ed il tribunale presto il conte scagionò.

Nelle oscure notti, sulla torre, un tremulo bagliore, è l’ondeggiare della lanterna, o il fantasma della contessa che, affranta, vaga per amore?? Un suono mesto, lontano, un flebile lamento, o tra le fronde dei tigli il dolce sussurrar del vento??

Grama era la vita di servi e contadini, dai rintocchi della campana regolata; quella dei nobili, divertente, spensierata, dalle lancette del grande orologio, accompagnata.

Passaron svelti nelle stanze del palazzo, condottieri, prelati, senatori, mercanti, santi e ambasciatori; personaggi illustri: principi, re, regine generali, musicisti, scienziati e scrittori, furono qui ospitati, e con ricevimenti, pranzi e feste, commedie… degnamente rallegrati.

Francesco Terzo fu l’ultimo erede del casato, poi ai Legnani, ai Zambeccari, ai Calcagno, ai Braschi, ai Theodoli, di volta in volta, il palazzo è transitato. Ora di una moderna società, che lo gestisce e fa vedere ed ammirare, in tutto il suo splendore e nobiltà.

Spero infin di avervi, se non in parte divertiti, almeno incuriositi.

Un po’ documentata e un po’ romanzata è questa storiella... Toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Settembre 2010

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Il corso di informatica

Riccardo, dell’informatica è un bravo insegnante,

e di nozioni ce ne ha inculcate tante;

con noi sempre gentile e paziente,

anche quando non ne capivamo proprio niente.

Ora il “pc“ un pochino sappiamo usare…

abbiamo ancora tanto da imparare;

questo è solo il principio,

certamente ne avremo un gran beneficio.

Dei cervelloni, forse, non diventeremo,

ma al passo coi tempi noi staremo.

Speriam che in futuro ci dia un’altra lezione,

almen per me che son zuccone.

Un sentito grazie al prof. Riccardo,

per noi è grande… come il Da Vinci Leonardo.

Evviva Riccardo e sua moglie Jenni, una coppia davvero simpatica e bella…

toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi, Zola Predosa, 29 maggio 2012

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Ninna Nanna del Bambino 

Fai la ninna, fai la nanna, bel cocchino della mammma

Sei roseo e paffutello, assomigli a cicciobello.

Ridi ridi, sei splendente anche se non hai ancor un dente.

Dormi dormi nel lettino, su di Te veglia Gesù bambino.

Nel calduccio pigiamino, sembri un dolce cherubino.

Fai la ninna, fai la nanna, gran tesoro della mamma.

Sogna sogna un bel giochino, un cavalluccio, un palloncino.

Qui vicino ci son i nonni che proteggon i tuoi sonni.

Sogna sogna gli angioletti, cantan i coro sopra i tetti.

ai la ninna, fai la nanna, bel bambino della mamma.

Il papà è a lavorare, è impaziente di tornare

Piangi, strilli …. tutti son estasiati. Ti fanno “ pici poci” …. sembran un poco rintronati.

Scalci già come un torello, diverrai grande, forte e bello.

Fai la ninna, fai la nanna, accanto a Te c’è la Tua mamma,

che Ti culla col suo amore e Ti stringe forte al cuore.

A Te dedico la zirudella e Ti auguro una vita bella.

Mauro Fiumi, Natale 2013

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Le Due Velone

Vivono a Zola due gentili signore,

giovani d’animo, sempre di buon umore.

Un duo tanto affiatato

che chiunque le incontri ne riman ammaliato.

Passeggiando tra lazzi, aureole e cappellini

incontraron degli ingenui ragazzini

che scambiandole per le Velone della T.V.

nel chieder loro baci, foto e autografi; fu tanta la ressa che nel lago a momenti cadevan giù.

Da quel momento per noi son le “Due Velone”,

sia quando scherzano o ballano sotto al tendone.

Nei convivi, in gita ci regalan “le ciofeche”, una loro specialità,

curiose cineserie di scarsa qualità.

Evviva Franca e Francesca, due amiche allegre, simpatiche e belle

… toc e dai le zirudelle.

Fiumi Mauro, Dicembre 2013

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L’autista Del Pullman

A Zola per le nostre gite c’è il buon Cristiano, che geloso del suo bus tiene sempre le chiavi in mano.

Sveglio e puntuale si presenta al mattino, anche se poco ha dormito o non ha ancor preso il cappuccino.

Guida con gran abilità, nel traffico, in autostrada o fuori citta’; ci scarrozza per campagne, laghi o colline, e attento schiva pedoni, biciclette, fagiani e galline.

Paziente ad ogni fermata aspetta i gitanti dal bar in ritardo oppur un po’ brilli e festanti; ci porta preciso a destinazione, anche se il navigatore a volte lo porta fuor direzione.

Ormai di Cristiano non ne possiam fare senza sia che si vada a Siena, Torino oppur a Coblenza.

Siam tranquilli con la sua guida sicura e bella, e tic e tac, termina dell’autista la mia zirudella.

Fiumi Mauro, Novembre 2013

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L’anno vecchio

L’anno vecchio sta per finire…..

e c’è poco da gioire;

tra Iva, Spread, Bce , Irpef , Imu e aumenti,

siam più leggeri, in tasca, ….. e men contenti.

Il professore ci ha governato “tecnicamente”,

le sue lezioni … teniamole ben a mente;

ora in politica Lui è salito…

ma forse, non si è ben capito,

se le italiche sorti vuol sollevare

o da un alto pulpito sol predicare.

Noi, delle leggi osservanti,

siamo un poco titubanti,

di alterni governi ne abbiam visto tanti…

Auguriam che il nuovo anno

porti salute, benessere e poco danno,

ed esimio Professor Monti….

dopo averci regolato i conti,

faccia infin l’economia ripartire,

con più soldi e men problemi ci potremo anche divertire.

Stringere la cinghia e rimboccarsi le maniche ahimè... la morale è sempre quella.

Toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, 31 dicembre 2012

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Il formaggio di fossa 

Il due giugno partiti per l’Alta Valmarecchia,

su e giù per valli e paesi, di strada ne abbiam fatto parecchia.

A San Leo siam saliti al castello; la tetra cella del Conte di Cagliostro volevamo visitare,

ma del piccol borgo, ci siam dovuti accontentare.

Poi a Pennabilli, paese museo a cielo aperto, abitato negli ultimi anni da Tonino Guerra,

i suoi scritti han celebrato questa ubertosa terra.

Ai muri delle case, nei giardini curiose meridiane, l’Angelo coi baffi, il vecchio teatrino, l’orto dei frutti dimenticati,

luoghi dell’anima…. dal poeta ben ideati;

poi sulla cima della collina, sotto le campane tibetane, insieme per una fotografia,

prima che il pullman ci portasse via.

Alla “Meglio Gioventù” con piadine, galletti ruspanti e del buon sangiovese abbiam pranzato;

ed gli auguri di buon complanno ed un brindisi a Vera, Annarita e Mauro abbiam dedicato.

Nel primo pomeriggio arrivati a Mondaino

ci aspettava all’entrata del paese un professore di Urbino,

che in vesti di Dante Alighieri

con al seguito donna “Beatrice” e messer Leo “il Gonfaloniere”,

alcuni versi della Divina Commedia ha declamato;

per anguste vie…tra umili o ricche magioni, stendardi, vessilli e robuste berline, ci ha portato;

in confine tra le due regioni, alla Signora Lina, Priore Marchigiano abbiam chiesto il permesso di transitare

così senza guiderdone al Mulino di sotto siam potuti arrivare;

il suo interno profumava di antichi sapori….farina, formaggi, verdi spremiture d’olio, vini, marmellate, le macine un tempo tirate dai muli, le grandi fosse per la stagionatura, e mentre del famoso formaggio, ci davan spiegazione,

tutti noi, golosi intenditori, ne facevamo la degustazione.

E’ buon auspicio… dopo aver gettato sale in una padella,

ad una bianca o nera pecorella…

per ottenere salute, fortuna e amore,

si deve accarezzare il muso, i fianchi ed il posteriore;

poi dei rinomati prodotti abbiam fatto acquisti,

e l’arrivederci a Mondaino… che ci sarem rivisti.

Una piacevole sorpresa….questo velato scorcio di Romagna, laghetti salmastri, aspre o dolci colline degradanti al mare…

attiva terra sanguigna, soleggiata e bella;

e così termino…..la mia la zirudella.

Fiumi Mauro, Giugno 2013

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 La Proloco di Zola Predosa 2012 

Or che ho l’occasione, della Pro Loco, voglio farVi conoscere alcune persone.

Gabriel Gaibari è il presidente

e nella lista Borsari ne è componente,

da piccin vole fare il pompiere,

oggi è diventato consigliere.

Michele, Vice Presidente,

nella fiera, va tra la gente col trenino

che fischia e gira per Zola pian pianino.

La Silvia, è il nostro segretario,

di lettere e riunioni tiene il calendario.

Cesare, che dell’ex sindaco è il fratello,

ora dell’Ant ne tiene il fardello.

C’è Corrado, tutto fare,

su di lui ci puoi sempre contare;

di Vicol Marchi è il sovraintendente,

e gli antichi mestier fa visitar a tanta gente.

Passuti, alla fiera va quatto quatto,

e si aggira tra i banchi come un gatto.

Miriam, nelle gite è la nostra solerte guida

….ognun di noi su di lei confida.

Francesca e Franca, un due ben affiatato…

con loro il divertimento è assicurato.

Maria e Pia, di centrini pizzi e tovaglie così bene le han ricamate….

che sino al 2020 ne hanno di prenotate.

C’è Luciano, e ben s’intende…..

alle feste monta palchi e tende.

Papi, della frutta gran raccoglitore….

è disponibile per parecchie ore.

Poi Pizzi, di cornici gallerista…

con gli stuzzichini è un vero artista.

Gianni, coi funghi prepara ottimi risotti…

canta e…. fa acuti “cal per” Pavarotti.

Jessica, Giada, Federica, Mauro ed Alessandro,

attenti stanno alla cassa, col sorriso avvertono….

di qui non si passa, se il furbetto vuoi fare….

fuori ti dobbiam congedare.

Mario, Gino, Giorgio, Claudio e Paolo, tagliano sotto il tendone….

mortadella, prosciutto, salame e melone.

Caterina, vien dalla Basilicata,

e qui è ben accasata,

col carrello gira tra i festanti….

dolci e torte porta a tutti quanti.

E poi ci sono bravissime in cucina……

Ester, Carmen, Giuliana,Marisa e Rina,

“col matarel” tirano pasta, gramigna e tagliatelle,

poi preparano arrosti, salse, contorni ed ottime ciambelle.

Da elencar poi ci sarebbero tante altre persone,

ma non ne ricordo bene il nome.

Alacri, instancabili, generosi e cari….

son della Pro Loco i Volontari….

Gratuitamente e con passione lavorano….

e Zola Predosa, veramente onorano.

A loro un grande grazie ed un forte evviva, in allegria…..

ed a tutta questa simpatica compagnia.

Ormai terminata è la storiella…..

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Marzo 2012

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La Fira d’Zola 2009

12 di luglio è mattinata….a Zola, per la fiera, vogliam fare una passeggiata; dalla rotonda del misterioso cerchione entriamo in via Risorgimento; c’è un gran fermento, un brulichio ed un brusio di gente che cammina allegra e sorridente.

Al parco c’è la fattoria, con cani, gatti, oche, anatre,agnelli, galline e pulcini, poi giostra e giochi per bambini, per loro è una nuova visione, molti animali, li han visti solo in televisione; saltimbanchi, mimi, pagliacci e giocolieri corrono per la via,… fan stare tutti in allegria;

Al ponte del Lavino, saliamo sul trenino e con poche spese facciamo il giro del paese. ammiriamo villa Garagnani, poi Albergati, Pepoli e Magnani, dimore estive, di una ricca nobiltà bolognese, che dominava la città ed il paese.

Alle industrie alimentari , di Felsineo e dell’Alcisa non perdiamo l’occasione di osservarne la produzione, del prosciutto, salami e mortadella, …..gloria e vanto di una terra libera e bella.

Tornati al ponte delle streghe, c’è la fila alle cartomanti….. predicono affari, salute e pure gli amanti; anche Mirella….. scruta i tarocchi affidandosi alla buona stella.

Tanti stand di arredo e abbigliamento, per il portafoglio è un gran lamento; cinesi, marocchini, rumeni e pachistani han le loro bancarelle, offrono prodotti curiosi e cose belle, incensi profumati, zuccherini, caramelle, croccanti e lupini, piacciono a tutti, grandi e piccini.

Nel vicolo Marchi, al tombolo ci sono abili ricamatrici, mugnai, vasai, bottai, calzolai, falegnami ed arrotini, pure un barbiere indiano, tutti umili ed antichi mestieri che ora incantano curiosi i forestieri.

Ci colpisce uno squillante suono, sovrasta della gente anche il frastuono, arriva la banda musicale,….clarinetto, piatti, grancassa, trombe e tromboni, incedono ad un ritmo cadenzato….. vanno a rallegrar la gente nella piazza del mercato.

Alle fontanelle, c’è Marsigli, col suo forno, da 100 anni, fa il pane buono e dolci assieme ai figli;

la famiglia Chiari, con salumi ed ottimi formaggi, bisogna proprio che ognun li assaggi; Lina, rose variegate, le crea con abili pennellate; c’è poi un tipo strano, tiene i serpenti in mano, saranno docili, ma siamo un poco titubanti, forse è meglio star distanti.

Dalle nostre soleggiate colline,… degustiamo il delizioso nettare delle cantine, Gaggioli, Lodi Corazza, Santa Caterina, Bortolotti e Vallania, producono Pignoletto, Sauvignon, Pinot, Cabernet e Malvasia, e ancora tanti vini…. fermi, frizzanti, chiari, rossi o spumanti sopraffini.

Siam giunti all’osteria, a Dino intitolata, si mangian tigelle, piadine ed una crescentina prelibata.

Dai, ora sbrighiamoci, possiamo vedere al teatro del municipio, la commedia dal principio.

Un borbottio allo stomaco ci porta al ristorante, … di persone bramose ce ne sono tante; tagliatelle, tortellini, gramigna e tortelloni, son piatti casalinghi e assai buoni, salsiccia, costoline, arrosti, prosciutto e melone, seduti in allegra compagnia, brindiamo e li gustiamo all’ombra del tendone; dai volontari della Pro Loco, i cibi a mano son preparati, …. soddisfano i più golosi e palati raffinati.

Scoppiettanti, fragorosi, s’innalzano filanti i fuochi artificiali, scendono a pioggia, a cerchi, a stelle, cangianti e mai uguali; le 23 ! un esplosione, sembra un colpo di cannone, è partita l’ultima bordata, ora la fiera è terminata.

Stanchi, ma felici, alla fin della serata, possiamo dire, è stata un splendida giornata.

Orbene, l’antico adagio sempre vale, ogni riferimento a persone e cose è solo casuale.

“Evviva la fiera di Zola e la sua gente, cordiale, simpatica e bella” Toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Ottobre  2009

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In Romagna - Il 27 marzo

Messe avanti le lancette e pigramente alzati,

nella piazza di Zola domenica mattina ci siam trovati;

in cinquanta, non più giovanissimi, ma ancor baldanzosi e temprati…..

avremo così l’occasione di essere ben acculturati;

in bus partiamo allegri per una giornata al mare

ed i mosaici ravennati visitare.

Alle nove arrivati,

una giovin guida tra i monumenti con bravura ci ha subito accompagnati.

L’Ariano Battistero, di splendidi e luminosi mosaici decorato,

fu da Teodorico, re dei Goti, edificato;

uno sguardo passeggero a storici palazzi ed alla tomba di Dante presto arriviamo,

così pur noi, il Sommo Vate onoriamo;

qui, tutti gli anni i Fiorentini porton l’olio alla perenne lampada votiva,

ma la loro redenzione, per l’antico affronto al poeta, è ormai tardiva;

in seguito, il Mausoleo di Teodorico, poi l’imponente Basilica di Sant’Apollinare,

e al suo interno un manto di mosaici policromi, possiam ammirare.

Con un’olezzosa, fresca, brezza marina, ed un invitante profumino,

alle tredici a Cervia, verso il ristorante, ci siam messi in cammino;

qualcun per dieta qualche portata saltava,

qualche altro, alle signore, rose profumate regalava;

Gianni intanto “Happy Birthday to you” con possente voce ha intonato

e da noi tutti Auguri ed un caloroso applauso a Verano, alla Carla, a Giuseppe ed a Vito vien dedicato.

Nel pomeriggio si va a visitare il museo del “dolce sale,

“l’oro bianco del mare”

e chi invece vuol spendere qualche quattrino,

i prodotti di questa “solatia terra” compra al mercatino.

Nel ritorno, con barzellette e di Mauro una zirudella, abbiam trascorso il tempo in compagnia,

giocando a carte o chiacchierando in allegria.

La Pro Loco, un pensierin “musical salato” a tutti offriva,

che ognun di noi assai gradiva.

Sul far della sera, al domestico paese, felicemente ritornati,

con un bel ricordo ed un abbraccio ci siam lasciati.

Aspettiamo ora con brama, un’altra gita, sempre speciale e bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Marzo 2011

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In quel del Piacentino

Dice il proverbio, aprile dolce dormire, ma noi gitanti un poco attempati,

la domenica del 22 presto ci siam alzati;

ed alle sette, nella piazza del municipio,

pronti sul bus,… e la nostra gita ha principio.

Ci ragguaglia Miriam sul percorso;

e sulle iniziative della Pro Loco fa’ un bel discorso;

quindi veloci in viaggio verso le terre del “Piacentino”,

e in autogrill , facciamo una breve sosta per un caffè, brios, o cappuccino;

intanto il compleanno di Oriano festeggiam all’aria aperta,

con una deliziosa torta di mele da lui offerta.

A Piacenza arrivati,

…una guida ci ha accompagnati,

una breve lezione su Palazzo Farnese e sulla sua arte,

poi in fila, come cinesini, si parte,

il Duomo , San Francesco e piazza dei Cavalli possiam ammirare,

e il mezzodì a Castell’Arquato per pranzare;

col buon vin “ La Bonarda”… a Graziella e Corrado auguriam “Buon Compleanno”

salute, e lontani da ogni affanno.

All’Abbazia di Chiaravalle aspetta un Monaco simpatico e loquace ,

alla chiesa , al chiostro ci porta in visita,….. per nulla fugace;

illustra la regola dei Benedettini “Ora et Labora” e l’architettura del convento….

Fra Terenzio” è un vero portento;

e dopo aver acquistato tisane, infusi, caramelle e qualche ricordino,

Miriam ci ricorda di rimetterci in cammino.

Per la merenda sostiamo nel salumificio,

… per la dieta…un ottimo beneficio;

coppa, strolghino, pancetta, salame e culatello,

e qualche bicchierin di vino…… ora ci sembra tutto molto più bello.

Arriviamo infine a Vigoleno…. e per entrar nel castello ….

paghiamo il solito balzello;

su per strette e ripide scale attenti saliamo…. poi camminiam sulle mura di cinta, nelle stanze dei nobili signori: arredi preziosi, quadri, tappeti, arazzi , statue, reperti, armi antiche, arnesi da tortura,vesti dell’epoca, teatrino, sala del biliardo; e ancor più su in cima all’alto Mastio….. un vento freddo ci accoglie impreparati ,

ma…i sottostanti tetti del Borgo, la chiesa di San Giorgio, l’Oratorio, la Fontana, la verde valle dello Stirone….. dal loro mistero e bellezza rimaniam incantati;

scattiamo alcune foto agli eroici ed infreddoliti temerari,

e… subito… partiam per rispettare gli orari.

Loretta, nel ritorno,… ci svela della torta la sua ricetta, però la scriviamo,… incompleta, e senza fretta; poi un ilare duetto, barzellette e zirudelle ci accompagnano per la via, facendoci stare tutti in allegria.

Poco più tardi del previsto,… a Zola siam rincasati, alcuni forse un po’ stanchi….. ma tutti felici e ben acculturati. Proprio, una giornata piacevole e bella; toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro             Aprile 2012

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Il ballo delle Poltrone 

Zirudella dei candidati alla repubblica presidenza,

di questa alta carica non ne possiam fare senza.

Marini, D’Alema, Amato, Prodi e Rodotà, noti ed un po’ datati

personaggi, dai partiti indicati,

in Parlamento dai “franchi tiratori" son stati silurati.

Napolitano , il grande e augusto Saggio, è dovuto ritornare,

anche se in pensione, tranquillo, il nonno, avrebbe potuto fare.

Nel suo discorso duramente ha bacchettato i partiti, per interessi personali , immobilismo e la loro litigiosità,

mettendoli così di fronte a dure responsabilità.

Poi senza indugi ha nominato Letta

che ministri, segretari ed il nuovo governo ha composto in fretta;

dicon di larghe intese, speriam che duri…. è una grande coalizione,

per dar così della politica un volto nuovo alla nazione.

Personalità navigate, sportivi o giovani e tecnici competenti; all’integrazione, per la prima volta una donna di colore,

che senza dubbio agli occhi del mondo ci renderà onore.

Fiduciosi! la ripresa economica ci sarà,

e dopo il rigore e tasse….. benessere e tranquillità,

per tutti noi… per la nostra Italia, sempre amata e bella.

Toc e Dai la zirudella.

Fiumi Mauro, ZolaPredosa, 1° maggio 2013

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 Il vestito di babbo natale (Racconto di un fatto accaduto)

Si respira aria di festa, è mattina presto; rari passanti frettolosi attraversano la piazza delle fontanelle, imbacuccati nei loro caldi giacconi imbottiti; qualche bar alza le serrande. Da un camioncino scendono uomini con badili e pale; sembra una squadra di calcio, tutti vestiti di una felpa azzurra, dietro una scritta: “io sono di Zola” , sono i volontari della Pro Loco che preparano la piazza per i “mercatini di Natale”. Di neve ne è venuta tanta, si inizia a spallare. Un giovane, forse il capo, impartisce ordini ad altri, .. quasi tutti ragazzi con molte primavere sulle spalle. “ La neve, ammucchiatela agli angoli della piazza, .. scrollate i teloni dei gazebo , altrimenti crolla tutto sui banchi, gli altoparlanti girateli verso la piazza, così si sentirà meglio. Sbrighiamoci fa un freddo cane… ci saranno sette gradi sotto zero…. tra poco , .. faremo una sosta per bere un caffè” e scaldarci un po’. Poi montano i festoni, sistemano i faretti e appendono pacchi dorati; gli ultimi ritocchi e uno sguardo soddisfatto al grande abete, da loro addobbato con luci e palline colorate; altri alberi natalizi, allestiti dalle scuole, fan bella mostra; uno particolare, fatto con grucce da vestiti, viene premiato dall’amministrazione comunale; che fantasia! questi bambini sono veramente bravi.! La piazza comincia a riempirsi. “Uno, due, tre, prova, prova, … si sente bene? “ Sì, bene, ma è meglio alzare il volume quando ci sarà tutta la gente”. … Sono le undici !. .. “”Gentili signore e signori il Mercatino di Natale apre i battenti, annuncia lo speaker, la festa ha inizio: potrete acquistare curiosi oggetti e soddisfare il palato con prodotti gustosi; allo stand della Pro Loco ci sono le caldarroste di Tolè, le frittelle di castagne, torte e crostate fatte dalle nostre brave cuoche che vi prepareranno anche burlenghi e tigelle e, se avete freddo, qui troverete inoltre il vin brulè delizioso, caldo, che vi riscalderà… è preparato da un nostro socio, con una formula segreta , una ricetta tramandata dai suoi avi.. non la dà a nessuno, ne è gelosissimo; Qui accanto gli amici dell’Avis con la cioccolata bollente e l’Ant con le stelle di Natale, poi gli stand dei salumi, dei formaggi … che profumino stuzzicante!!!, le aziende vinicole delle nostre colline che vi offriranno un calice di pignoletto o di altri vini eccellenti, e per i peccatori di gola c’è il grande banco dei dolci , mandorle, torrone, caramelle; lo stand delle candele profumate e dei presepi di tutti i tipi, grandi e piccoli, in legno, in sughero, nelle conchiglie, E per voi, gentili signore lo stand delle borse, cinture, portafogli; vicino quello dei foulard di seta e delle sciarpe, guanti ; e da non perdere, lo stand con le statuine del presepe, tradizionali o moderne, raffiguranti personaggi illustri o politici, come “Bersani, Fini, Di Pietro, Casini”, ma quella che va a ruba è quella di Berlusconi.

In fondo il banco con cappellini e ombrelli, passamontagna; in un altro ancora gli addobbi e palline colorate a mano; accanto quello dei quadri, dei vetri e delle tegole dipinte; c’è pure un’artista che lavora fili argentati , intreccia braccialetti , collane e anelli.. Oggi, troverete sicuramente un regalino per voi, per la vostra famiglia e per gli amici… e per i più piccoli c’è la giostra e lo zucchero filato. Buon Divertimento a tutti!!. “” Dagli altoparlanti scendono toccanti melodie, canti natalizi….. Tu scendi dalle stelle o Re del Ciel… …. Jinglebell…Jinglebell… Stille nacht ,… Bianco Natal. Dlin, dlon. Attenzione!… “ Bambini, tra poco arriverà Babbo Natale….” In spalla porta un sacco pieno di doni, li regala ai bimbi buoni…. e per quelli birichini… ci son dolci e cioccolatini””. Ma che vediamo in lontananza? una bicicletta… ha un’andatura lenta, si avvicina sempre più.. sopra un uomo tutto vestito di rosso…. … “”chi è ??“ al per Babbo Natale”… cosa gli è successo? che si sia fermato a brindare cogli amici? Ma non vedi che non ha il solito vestito? e le renne dove sono? Babbo Natale cosa ti è successo? “” Sentite bene ragazzi…. le renne sono vecchie e stanche… ormai sono in pensione, le ho lasciate nella stalla e son venuto in bicicletta, sono un Babbo Natale moderno, ecologico, niente cattivi odori, non inquino, e produco energia alternativa”” Da una voce spiritosa.. ” mo sorbole, come sei bravo, stai bene attento però che se cadi, più che produrre energia, fai un buco per terra e ti rompi un braccio... Come ti sei vestito?. Con quella cuffia, maglione e scarponi, più che Babbo Natale mi sembri “Alberto Tomba.. Che cosa ti è successo?… Sono triste , risponde, non ho più il mio vestito, me l’hanno portato via… Mi sembra impossibile!, cosa vuoi se ne facciano??”” Dlin, dlon: attenzione!..”” amici di Zola e dintorni….. qualche burlone si è divertito a fare uno scherzo a Babbo Natale, gli han “sgranfignato” il vestito,.. chi lo trova è pregato di riportarlo allo stand della Pro Loco.”” Si sente gridare; “è sparita anche la cassetta degli attrezzi!!!” Nella piazza gremita,… si diffonde la strana notizia. Capannelli di gente...un ex agente : “ cerchiamo, non può essere lontano,… io guardo in vicolo Marchi, tu in via Dante, uno vada a cercare in via Predosa,uno in via Roma ed un altro nella zona della chiesa”. Un pensionato “perché non facciamo una colletta e andiamo a comprarlo,.. ce ne saranno ancora in vendita??? “” Cinno, corri al supermercato, guarda se ne hanno, ti do cinquanta euro, comprane uno, ma portami il resto, non scordartelo, … altrimenti dopo te lo do io il resto, a calci nel sedere, “ movet e non fermarti a giocare al pallone”.” Alcune donne hanno un’idea… “perche’ non chiediamo alla nonna, abita qui vicino, se cuce velocemente il vestito,…basta farlo abbondante, anche se non è perfetto, va bene lo stesso tanto chi se ne accorge?, della stoffa rossa ne ho io, vado a prenderla”. Nel frattempo Babbo Natale si consola “con la brazadela ed un bel bicchiere di scaldabudella”.. I bambini curiosi, si avvicinano, … una bimba, “non essere triste Babbo Natale, vedrai che lo trovano il tuo vestito… tieni la mia sciarpina, così, intorno al collo, ti terrà caldo”; un'altra, “ tieni i miei guanti”, un bimbetto,” metti il mio cappellino, ha le luci rosse così ti vedranno anche lontano”; un altro vuol dargli il suo giubbotto…..

Bimbi “vi ringrazio, vedrete che tra poco lo troveranno, intanto venite qui intorno, ascoltate la storia di Manolesta e della contessa Edwige Garagnani…. Dovete sapere … tanti, tanti anni fa vivevano qui a Zola il bandito Manolesta e la sua banda,.. rubavano e depredavano i viandanti”… Si sente un allegro motivetto è il “Mago Coniglio” che suona il suo piffero, …si avvicina e:… “” bambini… volete vedere una magia??? sì. sì, gli rispondono in coro …. apre lentamente un grosso pacco, toglie la carta, un’altra e un'altra ancora, niente, poi per incanto tra le sue mani appare il vestito di Babbo Natale ,…”sapete … ne ho sempre uno di scorta”. Dlin dlon.. “”Attenzione!… ringraziamo tutti coloro che si sono dati da fare per aiutare Babbo Natale, ma non ce n’è più bisogno, il problema è risolto…..un grazie particolare ai due animatori della festa, il Coniglio Pifferaio e Natalina Trampoliere. Bambini , ..Babbo Natale è qui con noi, in gran forma e con un vestito nuovo fiammante””…. Alcune donne: “ meno male …altrimenti i bimbi ci sarebbero rimasti male…siamo venuti proprio per vederlo”…. Babbo Natale gira tra la gente con la sua simpatica risata, regala dolciumi e giuochi e suona allegramente la campanella. Torna il buon umore… i bimbi corrono, giocano , si divertono… ci si saluta, si scambiano notizie, si fanno due chiacchere,… Ascoltiamone qualcuna…. Alcune persone discutono di bilanci, di politica, sembrano avversari, ma ..strano!, non litigano, anzi parlano tranquillamente, saranno sicuramente amici d’infanzia!. Tra alcuni cacciatori … “sapete ho ammazzato due lepri, saranno state più di venti chili l’una…” mo no”… io tre fagiani… molto, molto grossi, ….io, fa’ un altro, un cinghiale, sembrava un vitello…. Addirittura!!” Da un altro gruppetto: “ la settimana scorsa in Reno, dopo Vergato (perché non ti dicono mai esattamente la loro posizione, un po’ come i cercatori di funghi) ho preso una trota di cinquanta centimetri” .. …” ma va la, che l’hai comperata alla Coop… sono in offerta” gli risponde un vicino… un altro, “ io nel Panaro, ho pescato un pesce gatto così grande che i baffi sembravano le antenne della polizia”…Si? Davvero? “non sarà per caso il gatto della mia vicina…è sparito da un bel pezzo”… un altro, …. “ io in Po un siluro di un metro e mezzo, ma che fatica, c’ho messo due ore a tirarlo su”, Ah sì?? Ho letto la notizia sul giornale… ripescato un siluro, residuato dell’ultima guerra!” Si sa’… tra pescatori, il pesce è come un elastico, si allunga sempre. Alcune donne … “guarda quella bionda, si è rifatta le labbra, e non solo,, …anche il seno”, “e quella accanto?? com’è dimagrita,.. dicono che abbia fatto la dieta dissociata”, “sì da so marè da quando l’ha lasciata per una ventenne, ha perso l’appetito”; “ e quella bruna col caschetto? hai visto quante arie si da, ha comprato un macchinone nuovo, ultimo modello….avrà delle entrate nascoste” ” “Sé ! , fa eco una voce: ”dou entrè ”” onna davanti e onna de drì. ” Alcune signore arzille, un po’ in la cogli anni, : “l’altra mattina nel fare le pulizie mi è venuto il colpo della strega” , un’altra, e a me “un znester mentre stendevo i panni, ” ma, corraggio! io ho un’ unguento magico che fa miracoli” ….una terza,” dammene un poco, chissà se funziona anche con mi marè , “l’è sampar indurmintè davanti alla T.V.”

Nella piazza gremita, Coniglio Pifferaio crea palloncini a forma di animali , li regali ai bambini e la sua compagna, Natalina giocoliere, saltella in equilibrio sui trampoli facendo roteare in aria grossi anelli; sui banchi novità e curiosi oggetti ; si comprano i regali per le feste ; c’è la fila per le frittelle e per il vin brulè; allineate su di un bancone le dispense con la storia di Zola, i libri sulle ville, il Luneri e alcune zirudelle… qualcuno chiede quella di Villa Garagnani ”. …. “ la trovate sul sito internet della Pro Loco di Zola Predosa”. Fa di nuovo molto freddo , viene presto buio; … le famiglie s’incamminano per la cena…… una donna, “mangiamo una pizza? e il marito… la nonna ha preparato i tortellini”., dopo possiamo giocare a tombola. Alcune ragazze: “allo Spazio Binario c’è uno spettacolo, no, andiamo cogli amici a Bologna.” Gli ultimi saluti,… il bicchiere della staffa…. e la piazza si svuota…. gli espositori raccolgono i loro oggetti …i volontari sgombrano le attrezzature, puliscono…. “domani tutti qui a smontare i gazebo” dice il capo, …. “speriamo cal seppa manc fradd!” Collane luminose incorniciano balconi e giardini,… insegne, lampioni, e luminarie illuminano a festa il paese. Babbo Natale sorride, soddisfatto della bella giornata, si allontana felice sulla sua vecchia bici. Il solito amico: “arrivederci all’anno prossimo ..attento a non scivolare sul ghiaccio e mi raccomando….torna con due vestiti…… an sa mai !! “. Nel cielo… un luccichio infinito di stelle…... una è più fulgida … ci indica il cammino….

Fiumi Mauro, Natale 2010

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Zirudella del Pignoletto

Su pei colli, viveva un gaio contadino, meticoloso e precisino, piccol di statura… era chiamato “Pignolino”.

La vite ben curava, e buon vin produceva; al mercato col biroccio, allegro, lo conduceva… ché, ad ogni fermata tracannava e…. la botte si dimezzava; gli chiedevan tutti “ come si chiama il tuo vino?” “Bianchetto, sia fermo o frizzantino,….solo,… n’è rimasto pochino”.

Pochi affari lui faceva … pur anco a Bologna lo vendeva.

Si diffuse presto la notizia….. “della vicin Zola una delizia”, un fresco vino armonico e leggero…, sì, da far girar la testa davvero.

Dall’ateneo venne un’emerito Dottore…di vini gran conoscitore, volle conoscer Pignolino … e quel Bianchetto giallo paglierino, alla frutta profumato… armonico e delicato.

Vendimi il tuo vitigno gli chiese, …. non baderò a spese, di quattrini ne darò tanti,….che ti farò contento e tutti quanti.” “Signor Dottore… diniego pur con dolore…. solo quando trapasserò, dietro compenso… viti e vino forse cederò.”

Insieme andavan a caccia di lepri e di fagiani… ed anche se nulla cascava tra le mani, all’ombra in un boschetto…. si dissetavan ben bene col Bianchetto; brilli, arrivan a volte nel cortile….. avendone scolato più di un barile; divennero così amici per la pelle… ne combinarono anche delle belle.

Dopo qualche anno,… senza lai e poco affanno, Pignolino se ne andò altro mondo,…pur sempre giulivo e e rubicondo. Il suo amico, dispiaciuto e affranto, dalla moglie e figli, comprò tutto quanto, e la sua agognata vite potè alfin coltivare… così in tutto il mondo questo prezioso nettare far apprezzare.

In pubblica cerimonia, l’esimio Dottore sentenziò: “In onor di Pignolino e del suo Bianchetto… d’ora innanzi questo vino sarà nominato “PIGNOLETTO”.

P.S. Se qualcun è giù un pochetto… si tiri su, col Pignoletto; io che ho l’arsura…..vo’ in cantina… c’è frescura; e mi bevo un bel fiaschetto…del mio adorato Pignoletto. Brindo a Voi con sta storiella…… toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Ottobre 2012

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Il pastaio della fiera

DONNE, UOMINI, BAMBINI, PENSIONATI, MILITARI E RAGAZZI, META’ PREZZO:

LA GRAMIGNA ALLA SALSICCIA E SEDANINI AI FUNGHI ALLO STAND DEL PASTAIO POTRETE ASSAGGIARE;

C’E’ IVO, IL RE DELLA PASTA., ……VE LA FARA’ DEGUSTARE, E, SE NON VI BASTA, CI SONO ANCHE CARMEN, PIETRO, ROBERTO , MORENA, MAURIZIO, CHE DI TAGLIATELLE AL CACAO, ALLA BARBABIETOLA , AL BASILICO….. VI TOGLIERAN OGNI VOGLINO E SFIZIO.

TUTTA LA PASTA , A MANO E’ TIRATA E CON ANTICO TORCHIO TRAFILATA; GENUINA, NUTRIENTE…. IN UNA PAROLA…. PRELIBATA ; SENTIRETE LA SUA SQUISITA BONTA’,

POI, DOPO AVER MANGIATO…… TUTTI A ZONZO PER ZOLA CITTA’, ALLA FIERA CURIOSANDO IN COMPAGNIA E PASSAR COSI’ BEI MOMENTI IN ALLEGRIA.

DICE IL POETA ROMAGNOLO…. SIATE OTTIMISTI, CHE L’OTTIMISMO E’ IL SALE DELLA VITA; CHE, SE LA PRENDETE NEL VERSO GIUSTO…. E’ SEMPRE BELLA ! !

TOC E DAI LA ZIRUDELLA.

Fiumi Mauro, Fiera di Zola luglio 2012

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Il 2013 sta per finire

L’anno è quasi terminato …..

non è passato certo inosservato.

Tra Iva, Tares, Trise,Mutui, Irap, Irpef, Iuc, e Tac,

rischiamo adesso un bel patatrac.

Iniziato con la regia del tecnico Prof. Monti

quasi quasi si finiva a dormire sotto i ponti.

Poi l’augusto presidente Napolitano

ha preso la bacchetta in mano,

ha nominato Letta per fare un governo di larghe intese,

peccato che a rimetterci sian sempre le tasche del paese.

Ora dal parlamento Berlusconi è stato allontanato,

ma lui, con acre sfogo in t.v. ha rilanciato;

ai servizi sociali, si dovrà affidare

certo, con la giovane fidanzata potrà farsi consolare.

Infine mi rivolgo a lei, Onorevole Premier,

dia una spinta all’economia, faccia però in fretta....

altrimenti rimarrem tutti in bolletta;

elimini l’accise, gli enti inutili, diminuisca le tasse, colpisca gli evasori, dimezzi il numero e gli stipendi ai parlamentari,

con i più soldi in tasca le saremo molto cari;

lavoro, investimenti , shopping e vacanze al mare,

i consumi potranno di nuovo lievitare.

In questi giorni Renzi le primarie ha vinto con clamore, 

speriamo ora che alle parole corrispondano i fatti, e si faccia veramente onore.

Ormai, siam quasi a fine anno,

non tartassateci ancora con ulteriore danno.

Amici siate ottimisti, state allegri, … diceva nonna Sofia

che aveva la seconda elementare e ne sapeva assai poco di filosofia:

“basta pace, pane, fagioli, cipolla e poche lire al mese

e ci caveremo fuori dalle spese ”.

Antico motto latino: “Gaudeamus, godiamo la vita” ne abbiamo una sola … non sprechiamola, è troppo bella, e … toc e dai … questa è solo una “pretenziosa” zirudella.

Fiumi Mauro, Natale 2013

Gabriel Gaibari

Zirudella del giovin Gabriel Gaibari,

Presidente della ProLoco Zolese e dei volontari.

Da piccin voleva far il corazziere,

ma poi“per la taglia”, ha deciso in Comune di fare il Consigliere.

Nelle Ferrovie è un tecnico dei treni,

e dell’ape e di bici sa aggiustar anche i freni.

Oggi, in gita,

sarà solerte guida,

il nostro cicerone,

speriam che di musei, parchi e monumenti non ne faccia un minestrone.

Affidiamoci a Lui, alla Sua informatica competenza,

anche se della “Miriam” certo, non ne possiam far senza.

Forse starem “umidi”, comunque allegri, sicuri che la gita sarà senz’altro bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Torino, 20 aprile 2013

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L’ energie festival

Quest’evento , dalla Pro Loco organizzato, per il 12-13 maggio, con cura è preparato; ma, ahimè, il tempo previsto era inclemente, così da Zola Predosa a Ponte Ronca han trasferito, armi bagagli e tutta la gente.

Al Palatennis si son esibite le band emergenti, brani nuovi, con maestria e passione…suoni avvincenti, a volte assordanti o dirompenti. Alla “Fira d’Zola” il prossimo luglio il vincitore si esibirà e poi in tour per paesi e città.

Ed ancora… di Barbieri e Poggipollini gli originali concerti, ed i fans applaudono entusiasti….. occhi ed orecchi ben aperti.

Fuori… vento, freddo e la tempesta, ma dentro al tendone c’è calore, musica, qualche burlone…… una gran festa; tigelle, prosciutto, ciacci, crescentine, salame, birra…. ce n’è per tutti, visi pallidi, abbronzati, magri, grassi, belli o brutti; ed insieme a tavola in simpatica compagnia e passar così qualche ora in allegria.

Una giornata diversa, spensierata e bella….

Toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, 13 Maggio 2012

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E’ nato un fiore 

Un candido giglio è sbocciato in giardino;

si diffonde per l'aere un delicato profumino dal glicine in fiore avvinghiato al muro, come amor, legato a te, pel tutto il cammino.

Un tenero bocciol, in primavera, ove l'ape intorno ronza e si posa,

spandi fragrante bellezza come una rosa.

Rigogliosa d'estate t'abbronzi a più non posso,

e rosoli al sole come papavero rosso.

Le foglie gialle dell'acero autunnale cominciano a volare,

tu invece, come quercia, ferma e sicura, ti fai ammirare;

guardi lo specchio....qualche ruga, qualche grinza

e ti consoli presto con cioccolato e pinza

Stella di natale rintanata in un cantuccio,

ti copri d'inverno di piumini e maglioni, e riscaldi, buona buona, al calduccio.

Indispettita, ti inalberi, a volte irascibile, volubile o dispettosa,

ma sempre elegante, amabile e generosa.

Vizi, virtù e pregi, forse son tanti,

li sopporto, apprezzo e amo tutti quanti.

Sia col freddo, vento, oppure al sole.... Tu, principessa, variegata splendida orchidea, sei sempre bella.......

toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi 20 maggio 2012 (Il fatal giorno di Terry)

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Due giorni a Torino

Il 20 aprile, la nostra meta era Torino,

così col buio partiamo al mattino.

Per gravi impegni la nostra solita guida non è potuta venire,

però Miriam al pulman per salutarci, ci ha visto salire.

In vece sua Gabriel ci ha dovuto accompagnare

e con informatica solerzia per le vie di Torino guidare;

della Pro Loco di Zola egli è il Presidente

e in ogni occasione, a lavorar, è sempre presente.

In autogrill, una breve sosta per fare colazione; e le bionde, Anna e Rita, chiacchierando, non hanno fatto attenzione anziché il nostro pulman nero, volevan prenderne uno bianco

che era parcheggiato proprio lì di fianco.

Giunti a Torino abbiam visitato la Venaria Reale,

e di Juvarra e Alfieri, le molteplici, comunicanti sale;

nell’immenso parco i nobili piemontesi erano alla caccia al cervo invitati

e statue, dipinti, bucolici affreschi, stucchi e trofei alla dea Diana venivan dedicati.

Nel pomeriggio due guide per vie, palazzi e monumenti ci han fatto da loquaci ciceroni,

illustrando la storia dei Reali Sabaudi, l’architettura dei palazzi e di altre curiose situazioni.

Poi due gruppi, uno al Museo Egizio, l’altro alla Mole Antonelliana,

ma aimè per salir con l’ascensore, ci sarebbe voluto una settimana.

In albergo, la sera abbiam cenato,

e dopo, per stanchezza, il ballo, tutti han disertato.

La domenica mattina, saliti tra foschia e nebbia, la Basilica di Superga abbiam onorato

ed i caduti campioni del Torino calcio, ossequiato.

Nella cattedrale “la sacra Sindone” è stata collocata,

ma per restauri, in vece sua, una precisa copia vien presentata.

Dopo aver “all’Osteria del Povr’om” ben pranzato,

il favoloso Castello di Stupinigi e i suoi ricchi arredi abbiam ammirato.

Con piacere ricordiamo il “bicerin”, i gianduiotti, ma anche parchi verdi, chiese, regge, viali, palazzi e tanti monumenti,

che ci han fatto passar due giorni sì piovosi ma anche interessanti e bei momenti.

Torino storica, nobile città, ordinata e bella;

toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi, Aprile 2013

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A Siena per l'olio

Sotto l’acqua partiti presto al mattino,

in autostrada ci siam fermati per brioche e cappuccino.

Giunti a Siena, un bel sol ci ha ritemprato

e la guida per contrade in Piazza del Campo ci ha accompagnato.

Con storia e aneddoti si è dilungata,

ma noi con curiose domande sul Palio l’abbiam assillata;

per la “pasticceria Nannini” e per il duomo ci siam divisi,

ed a mezzodì per il frantoio Tistarelli siam partiti decisi.

Mentre metà del gruppo pranzava,

l’altra, un aperitivo a Sarteano degustava.

Tutti i cibi conditi con olio e peperoncino, crostini, spaghetti, salsicce, fagioli, pinzimonio,

effluvi d’aglio caldi ed intensi come un demonio;

e per finire cantucci e vin santo

così allo spaccio di quell’ottimo olio, ne abbiam acquistato tanto.

Nel ritorno Mauro qualche zirudella ci ha saputo declamare,

prima che la digestione ci facesse quasi addormentare;

Miriam un pensierino ci ha gentilmente dedicato

e agli iniziati di Rioveggio qualche “ciofeca” ha regalato.

A sera felici a Zola siam tornati da una gita bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, 24.11.2013

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A raccoglier mele

Il 29 settembre siam partiti al mattino,

per andar a mele nel Trentino.

In bus, il compleanno di Adriano, Ettore, Francesca, Giuseppe e Stefano abbiam festeggiato

ed a loro un pensierino abbian dedicato.

A per vie e monumenti…. sotto una pioggerellina ,

anche al Castello del Buonconsiglio abbiam fatto una scappatina,

e dopo aver pranzato…

il Palazzo Assessorile di Cles, abbiam visitato.

Nell’hotel di le donne, di corsa nelle calde piscine si son tuffate,

anche gli uomini…… alle docce profumate……

ascelle e spalle….. le avran lavate??

Domenica 30 di buon mattino, a San Romedio su per l’erta salita… in mistico pellegrinaggio,

che dal roccioso sentiero, l’alta Basilica sembrava un miraggio.

Romedio è il Santo che ammansì l’orso…

ma questo è un altro discorso;

ora nel parco di Spormaggiore si ritrova….in pensione,

per attirare così dai turisti qualche dolce boccone.

Nel ripartire, un gruppo di danza Zolese

sì è esibito in una tarantolata tirolese;

“Le Proloccone"……. han saltellato in duetto,

tenendosi per mano ed a braccetto;

il movimento forse non era ben coordinato…

comunque…. risate e divertimento han suscitato.

Poi in Val di Non, di mele ne abbiam raccolto tante

che nel bagagliaio quasi non ci stavano tutte quante.

Al ritorno, quattro chiacchere, ed in sosta per la via…

merenda e bevuta in compagnia.

In piazza a Zola, sotto un diluvio, felicemente arrivati,

con un saluto ed una promessa ci siam lasciati:

di ritrovarci in primavera per un’altra gita bella…..

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, Ottobre 2012

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Festa della Donna - 8 Marzo

Oggi è la Vostra Festa,

speriam di non andar giù di testa.

Siete forti, belle ed intelligenti,

noi “omarelli” ammiriam le belle forme e le vostre menti.

Vogliateci bene, anche se a volte non lo meritiamo;

ci batterem il petto e Vi donerem amore….. con la mimosa in mano.

Mauro Fiumi, 8 marzo 2013

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Babbo Natale

Babbo Natale… un poco pazzerello,

arriva in groppa ad un somarello.

Le sue renne sono andate in pensione,

dopo tant’anni…. hanno pure ragione.

Del freddo e gelo è un grande esperto….

e così si è ben coperto;

indossa guanti, berretta, sciarpa e maglione,

e dopo le feste…. a sciar sul Cimone.

Il suo sacco è pien di doni…

li regala ai bimbi buoni,

dolci, giocattoli e torroncini…

ne ha per tutti, ragazzi e piccini.

Al suo cuore generoso affidano disegni, bigliettini, fioretti, speranze, promesse affettuose….

e richieste assai curiose:

sarò più bravo a scuola, più ubbidiente, non farò arrabbiare la nonna… vorrei il cellulare, la play station, un cagnolino….una sorellina;

ma di un bel bimbetto che sembrava un angioletto, c’è la letterina più tenera, più bella….

Sì proprio quella!

“Porta il lavoro ai miei genitori….

perchè dalla fabbrica ormai son fuori”.

“Auguri a tutti… da Babbo Natale, Meno problemi, più salute, benessere e felicità…

Ma anche… un poco di solidarietà“

Gira per le strade col simpatico sorriso…suona allegro la campanella,

Toc e Dai la Zirudella.

Fiumi Mauro, Zola Predosa (BO), Natale 2009

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Al Lago d’ Iseo... una domenica... insieme

Al si e trenta, con la pioggia, da Zola siam partiti,

assonnati ed un poco infreddoliti.

Castelli, sul torpedone,

ha destato la nostra attenzione

e spiegato con maestria e col vocione,

il fenomeno dell’erosione.

Gianni, di funghi gran ricercatore,

fa acuti “c’al per” un tenore;

Miriam, capo guida, biscotti e caramelle lautamente elargiva,

intanto, sul percorso ci erudiva.

In quel di Francia Corta, un bel sol ci illuminato

ed a Provaglio, l’antico monastero di Lamosa abbiam visitato;

infin a Zone le piramidi di sasso,

alte colonne, in testa un grande masso

che sembra un cappellone…

ma funge anche da ombrellone.

Poi con un pranzo prelibato,

il compleanno di Giuseppe abbiam festeggiato.

A Monteisola, passeggiando dolcemente, abbiam discorso,

seguendo del lago, il lungo corso,

mentre Franca e Francesca, un po’ burlone e un po’ beate,

per “le Velone della t.v.” venivano scambiate.

Nel ritorno, Corrado, in autostrada di ciambelle e vino ci ha ben rifocillati

e “al nov ed sira” in piazza a Zola felicemente siamo approdati.

Un grazie alla Pro Loco per la gita, istruttiva e bella,

toc e dai la zirudella.

Fiumi Mauro, 19 settembre 2010

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2 Giugno

Il 2 giugno del millenovecentoquarantasei, della repubblica italiana fu la fondazione,

oggi ne ricordiamo l’anniversario, facendo festa per l’occasione.

Dalla guerra distrutti, col boom siam risaliti,

anche se oggi i tempi bui non son ancor finiti.

Mammoni, lagnoni, autodenigratori,

ma anche geni, poeti, santi e navigatori;

caso assai strano…..

è il popolo italiano,

anche se dai governi tecnici e politici sfiduciati

di tasse ed imposte, sempre più tartassati,

siam sempre di buon umore e felici,

sia se mangiam lasagne o cipolla con alici.

Garrula al vento la bandiera tricolore,

un dolce fremito “c’intenerisce il core”,

per la nostra amata patria, generosa e bella,

toc e dai la zirudella.

Mauro Fiumi, 2 giugno 2013