Questo sito utilizza cookie per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Cliccando su "Ok, ho capito!" acconsenti all'uso dei cookie e puoi proseguire con la navigazione. Per informazioni sui cookie e su come bloccarli clicca su "Maggiori informazioni".

Villa Edvige Garagnani rappresenta uno degli elementi architettonici ed ambientali più significativi di Zola Predosa.
La sua edificazione risale probabilmente alla seconda metà del 1700, e' un buon esempio di dimora borghese per la villeggiatura caratterizzata dalla loggia passante al piano terra. All'interno sono presenti resti di affreschi alla boschereccia attribuiti al Basoli.
Pochi gli elementi rimasti dell'antico giardino se non alcuni alberi di notevoli dimensioni come il Cedrus deodara antistante la villa e la finta grotta nella parte posteriore. Di proprietà comunale dal 1971, la Villa è stata oggetto di un lungo percorso di recupero, attraverso un progetto voluto e perseguito dall’Amministrazione Comunale caratterizzato dalla volontà di aprirsi ai contributi provenienti dall’esterno attivando un concorso di idee nazionale per il recupero conservativo e la rifunzionalizzazione della Villa.
Nel Dicembre del 2000 venne presentato, tra quelli partecipanti al concorso di idee, il Progetto Vincitore del Prof. Darko Pandakovic, unitamente alla pubblicazione “Un giardino tra i palazzi e il fiume”illustrativo di tutti i progetti partecipanti al concorso di idee. Si è così restituito uno spazio funzionale alla valorizzazione delle realtà del territorio: realtà produttive, associative, storico-artistiche, istituzionali.
Villa Edvige Garagnani è centro che ospita attività culturali, turistiche ed enogastronomiche, rimanendo al centro di un progetto che intende accrescerne sempre più il carattere di show room delle attività produttive ed economiche d’interesse sovracomunale.
La loggia passante al piano terra è “casa comunale” e costituisce una grande opportunità per chi intenda celebrarvi il matrimonio civile. Per informazioni è possibile consultare l’apposita scheda della “Guida ai servizi”.
Sempre al piano terra, la Villa ospita l’ufficio IAT costituendone sede.
Molti i locali di varie dimensioni e possibilità di utilizzo, accoglienti e ricchi di suggestione: le cantine, le sale al primo piano, il salone al secondo piano. Villa Garagnani è una opportunità per chi desideri un locale per attività culturali, professionali, convegni ma è anche un luogo infinitamente bello da visitare.

 

Sorge lungo la via Risorgimento, di fronte all'antica via dell'Osteriola, alla quale rivolge il principale portone d’ingresso e lo scalone frontale. Documenti risalenti al Seicento illustrano la villa con quattro torri angolari, come da diffusa tipologia di insediamento rurale, due delle quali scomparse però già nel secolo successivo. All’interno la loggia passante con volta a botte, lievemente decorata, si ripete al piano superiore.

Iniziato nella seconda metà del XVII secolo su commissione di Girolamo Albergati Capacelli e contributi progettuali di Gian Giacomo Monti. L'edificio ha forma e dimensioni tali da costituire un punto di riferimento per tutto il territorio circostante.
L'austerità dell'esterno contrasta con l'imprevedibile eleganza barocca dell'interno. I soffitti a volta sono stati affrescati con temi mitologici e rappresentano un momento importante della pittura emiliana fra '600 e '700; gli autori sono Alboresi, Colonna, Burrini, Pesci, Valliani, Bigari e Orlandi. Visitato da moltissimi personaggi della politica e della cultura europea, nel '700 le sue grandi sale furono utilizzate da Francesco Albergati, commediografo e attore, come teatro per musica e prosa.
Giunto fino a noi nell'integrità dell'assetto iniziale, è uno dei massimi esempi di architettura barocca in Italia ed è utilizzato oggi come sede di convegni, mostre, eventi musicali e teatrali. Il giardino-campagna che lo circonda è l'estensione degli spazi geometricamente delineati e preesistenti all'edificio delle cavedagne, dei fossi, e dei maceri e racconta della doppia funzione attribuita al palazzo: luogo di villeggiatura e di amministrazione della proprietà terriera. Il doppio viale di tigli che attualmente incornicia il giardino rivolto a Nord è di impianto moderno.

 

Sorge lungo la via Risorgimento, di fronte all'antica via dell'Osteriola, alla quale rivolge il principale portone d’ingresso e lo scalone frontale. Documenti risalenti al Seicento illustrano la villa con quattro torri angolari, come da diffusa tipologia di insediamento rurale, due delle quali scomparse però già nel secolo successivo. All’interno la loggia passante con volta a botte, lievemente decorata, si ripete al piano superiore.

 

 

 

All'inizio del '600 Enea Magnani iniziò la trasformazione in residenza padronale di un piccolo edificio rustico, esistente sulle antiche proprietà di famiglia, Soggetto a molte modifiche nel corso dei secoli e recentemente restaurato, l'edificio è caratterizzato da una loggia passante. All'interno si segnalano fregi pittorici al piano nobile e soffitti tassellati. Degno di interesse il disegno del giardino tracciato alla fine delll'Ottocento da Ernesto Sambuy, lo stesso progettista dei Giardini Margherita a Bologna. Grande spazio a ridosso del torrente Lavino purtroppo danneggiato gravemente nel periodo di occupazione tedesca della villa.

 

 

Palazzo del Settecento appartenuto alla famiglia Stella, dagli inizi del Novecento e per un secolo è stata sede del Municipio. All'esterno un bassorilievo posto nell'anno 1873, ricorda che la faniglia dell’orafo e pittore del Rinascimento Francesco Raibolini detto il Francia (1450-1517) era originaria di Zola Predosa. A destra della facciata il monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale.

Di origine cinquecentesca ma di assetto ottocentesco, sorge fra la via Rigosa e la via Roma con accesso contrassegnato da un lungo viale introdotto da due imponenti archi in mattoni (Portoni rossi) che delimitavanoil confine sulla Strada maestra di Sant’Isaia, principale collegamento con Bologna.
L'interno è a loggia passante ripetuta e sovrapposta nei due piani superiori ai quali si accede da uno scalone di forma ovale. La sala ovale fu decorata da Ravegnani nel 1870. L'ampio parco, conserva una grande varietà di alberi fra cui un singolare esempio di sequoia dalle dimensioni monumentali.

Voluto all'inizio del Cinquecento da Alessandro Bentivoglio, passò in seguito ai Marescotti e quindi ai Pepoli. Pochi anni fa, dopo un lungo abbandono, la villa è stata restaurata completamente nella sua complessità di architettura rinascimentale, leggibile nel doppio loggiato della facciata nord, e di architettura neoclassica secondo l'assetto conferitole da Angelo Venturoli fra il XVIII e il XIX secolo del lato rivolto a sud. Il timpano è decorato con due angeli che sostengono lo scudo di famiglia sormontato dall'aquila.
All'interno conserva preziosi soffitti lignei dipinti, decorazioni e fregi. All'esterno il giardino conserva le vasche per i giochi d’acque che lo caratterizzavano in antichità. Spazio condiviso con la scuderia che si erge su due piani, divisa in tre grandi navate con volte a crociera.

 

Dimora borghese ottocentesca che fu abitata dal famoso botanico nativo di Sarzana Antonio Bertoloni, autore della "Flora Italica". Nel parco collinare, disteso fra i vigneti, svariati esemplari secolari di piante.

 

 

 

Di origine medioevale, è stata in seguito trasformata in piccionaia. È un raro esempio di architettura difensiva posta a salvaguardia della ‘tumba’ tipico insediamento medioevale con la casa padronale e gli altri edifici rustici leggermente rialzati sul piano della campagna.
Villa edificata all'inizio del '900 lungo la via Masini, è di proprietà della famiglia che fondò le vicine officine meccaniche, fra le prime e più importanti industrie della zona. Accanto alla villa, in prossimità della linea ferroviaria, un nuovo insediamento residenziale realizzato al posto dello stabilimento di cui resta la testimonianza dell’antica ciminiera in mattoni.

 

Di origini seicentesche, agli inizi dell’Ottocento pervenne alla famiglia Dal Bello che ne fece la propria residenza dotandola della facciata neoclassica, curando il grande parco lungo la via Gesso e mantenendo l’oratorio privato.

Sobria villa ottocentesca derivata dalla trasformazione di una edificio rurale, deve il suo aspetto attuale alla trasformazione voluta da Andrea Balzani nel 1860 e da un accurato recente restauro.
La loggia passante si ripete nei tre piani. Nel 1797 fu annesso alla casa un oratorio che si apre ogni tre anni in occasione della festa della Santissima Trinità. Il parco che circonda la villa conserva alcuni alberi centenari tra cui spicca un bell'esemplare di Taxus baccata ed un singolare bosco di querce di ogni provenienza. La famiglia Balzani continua con grande impegno a curare il parco, che è stato arricchito negli ultimi decenni con una collezione di rose tra le più ricche in Italia.